Mojuba «Astral Sand» [2016]
Recensione
Band di recente formazione, i Mojuba, il cui nome deriva da una preghiera africana di lode e ringraziamento cui il quartetto ha invece attributo un significato più orientato a liberare il corpo e la mente, si ispirano sostanzialmente ad uno stoner ricco di influenze settantiane, prettamente connesse a band quali, in primis, Black Sabbath, Kyuss e Orange Goblin dando comunque luogo ad un sound particolarmente trasandato e estraneo al nitido che al contrario caratterizza i brani dei tanto amati Black Sabbath. Le sonorità degli otto brani racchiusi in "Astral Sand" sono dinamiche e decisamente polverose anche se ispirate alle band sopra indicate, ma risultano, seppur in rari casi, decisamente moderate e riflessive; la parte cantata ha la giusta grinta per dare prova all’ascoltatore che quello che si sta facendo sia dietro al microfono che con gli strumenti è convinzione pura e non un mettersi in gioco e basta: questo rappresenta in sostanza l’essenzialità del lavoro che, seppur nel destare sospetti o interrogativi, in sostanza offre quel giusto apporto musicale che trasmette all’ascoltatore il necessario per gratificare l’operato della band. Dopo l’intro “Waba Aba Tree” partono gli oltre nove minuti di “Drowning Slowly” uno stoner settantiano strutturato su un fuzz e su giri di basso folli il giusto per trasportarci al passato ma con sonorità decisamente moderne; “Musuyidee”, un breve intermezzo che anticipa “Lost in the Sky”, un altro carismatico doom metal ispirato al passato ma dinamico ed energico quanto basta per farci venire la voglia di andare a tempo di musica con il nostro corpo; si passa poi ad una pausa acustica con “Adobe Santann” che ci trasporta con la sua melodia ai dieci minuti abbondanti del successivo “Astrak Sand” un altro brano caratterizzato sa andature decisamente dinamiche, non troppo complesse, ma del giusto impatto; i successivi “Sesa Woruban” e il quarto d’ora di “La Morte Nera” decretano l’incredibile effetto che questa band sa trasmettere nel primo brano con lo psichedelico d’effetto e nel secondo con un misto che racchiude alla fine un quasi trascinante rock, diretto sempre su sonorità stoner. Un disco coinvolgente ma che probabilmente, con sonorità meno rigide, riuscirebbe necessariamente a dare quell’effetto per attrarre la propria attenzione in maniera totale e completa.
Track by Track
- Waba Aba Tree S.V.
- Drowning Slowly 70
- Musuyidee S.V.
- Lost in the Sky 65
- Adobe Santann S.V.
- Astrak Sand 65
- Sesa Woruban 65
- La Morte Nera 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Wolverine pubblicata il 05.02.2017. Articolo letto 1337 volte.
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