Mistonocivo «Superego» [2017]
Recensione
Formatisi nel 1994 i vicentini Mistonocivo danno alla luce il loro quinto album “Superego”, dove rock alternativo unificato ad elettronica, suoni sperimentali e quant’altro vanno a comporre le dieci tracce del platter. Indubbiamente, al di là delle ispirazioni cui la band si fa portavoce richiamando a se artisti quali Depeche Mode, Radiohead e Pushifer, quello che emerge sin da subito dall’ascolto del lavoro è l’eccessiva dose di musica elettronica considerando che gli unici riferimenti diretti all’impiego umano si hanno solamente per qualche passaggio di basso e batteria. Quanto al songwriting, la band evoca contesti di disagio, inquietudine, alienazione dei nostri giorni attraverso un cantato in lingua madre mai irruento ed orientato su clean semplice raramente coadiuvato ad effetti. L’analisi dell’ascolto rileva, a sommesso avviso di chi scrive, la presenza di un lavoro che parrebbe orientabile presso altri lidi nel senso che, come spesso accade, qui di metal non c’è nulla quando noi invece, amanti del metal, ci dilettiamo a scrivere per una web magazine su tali generi e non certo per lavori che, per carità, meritano tutto il sacrosanto rispetto, ma ricadono poi in giudizi diametralmente opposti a quelli che effettivamente meritano. La colpa poi non può ricadere né sui recensori né tanto meno sugli amministratori dei siti se alla fine la band si becca un voto decisamente basso o fuori misura.
In parole semplici l’attribuire un qualcosa di poco ortodosso ad una band che in sostanza è al di fuori dal proprio habitat non significa assolutamente prendersela con la stessa ma solamente con le agenzie e con le distribuzioni che dovrebbero in primis ascoltare i lavori che etichettano e poi canalizzarli correttamente alle web magazine più competenti nel proprio settore così evitando il rischio di “ferire” i propri artisti. Qui non si può parlare di tecnica, di riff, di refrain, di pattern, di lead solo o di virtuosismi in generale; non è semplice assumersi certe responsabilità. Nulla di personale con la band; le band suonano la musica che amano suonare e non è affatto colpa loro capitare in contesti non appropriati al proprio genere musicale; la conseguenza di ciò è che i lettori di una web magazine come la nostra non daranno alcun tipo di importanza ad una band come questa. Ma andiamo avanti. I brani si susseguono l’uno con l’altro introducendo l’ascoltatore talvolta in contesti dal sapore malinconico ad altri maggiormente riflessivo grazie alla discreto clean che spesso, nella sua proposizione, appare essere più un richiamo per prendere atto con la realtà piuttosto che altro. Tra i brani forse più rock alternative ricordiamo “Cane Alpha”, “Ego” che hanno forse quel tatto più diretto e più impulsivo sotto il profilo sonoro. Quanto alle altre, tutte ascoltabili, ma assolutamente sin troppo fuori luogo con le argomentazioni a noi più care.
Track by Track
- Wo S.V.
- Cane Alpha S.V.
- Ozono S.V.
- Arpa S.V.
- Anima S.V.
- Vocobass S.V.
- Agil Dream S.V.
- Ultraterrestre S.V.
- Ego S.V.
- Circofante S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 50
- Qualità Artwork: 45
- Originalità: 45
- Tecnica: 45
Giudizio Finale
45Recensione di Wolverine pubblicata il 09.02.2017. Articolo letto 1544 volte.
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