Lurking Fear «Grim Tales in the Dead of Night» [2016]

Lurking Fear «Grim Tales In The Dead Of Night» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
04.03.2017

 

Visualizzazioni:
768

 

Band:
Lurking Fear
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Titolo:
Grim Tales in the Dead of Night

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Stefano Pizzichi :: Drums
Mirko Pancrazzi :: Guitars, Vocals
Fabiano Fabbrucci :: Vocals, Bass

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
33' 3"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
13.01.2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

L’Ep di debutto del Lurking Fear costituisce il tipico caso di band dal buon potenziale che tuttavia viene in gran parte sprecato da una serie di difetti e di acerbità compositive che rovinano quasi tutto ciò di buono che questa bands a fare.
In pratica, i brani dei Fiorentini Lurking Fear cominciano tutti più o meno bene, in uno stile heavy metal classico che a volte è più tipicamente metal (l’opener “Watching eye”) e altro volte più doom come nella terza canzone, ma è la struttura della canzone ad essere diluita, tentennante e che invece di andare al sodo si perde in lungaggini che fanno inutilmente aumentare il minutaggio dei brani, che per questo risultano prolissi o andare un po’ alla cieca. Ma se “Watching eye” riesce comunque a tenere l’attenzione nonostante una conclusione del brano un po’ frettolosa, “Lady of usher” mostra i limiti dei suoi 7 minuti e poteva durare tranquillamente 2 minuti in meno. E da qui in poi la situazione non migliore, con “The strain” che come detto, comincia bene in maniera più doom, ma si perde in lungaggini ed esita con una batteria poco efficace e un assolo così così, per poi termina con due brani finali che, afflitti dagli stessi problemi di cui sopra, finiscono per non destare più attenzione.
“Grim tales in the dead of the night” non è un Ep ignobile, ma ha due problemi: il primo è che la personalità della band è ancora un po’ confusa, infatti se all’inizio dell’Ep sembra voler fare heavy metal, in altri momenti sembra invece voler fare doom, e l’altro problema, più grave, è che i brani sono troppo lunghi e risultano prolissi, paragonabili a un discorso giusto ma espresso con così tanti orpelli, tentennamenti e divagazioni, che di fatto perde d’interesse perché si fa fatica a seguirlo nel complesso. La band sembra avere un certo potenziale, ed è per questo che salvo l’Ep dalla bocciatura, ma per la prossima release occorre sfrondare molti dei fronzoli, delle ridondanze musicali, di un paio di minuti a canzone, delle lungaggini e in generale andare più dritti al punto.

Track by Track
  1. Watching Eye 65
  2. Lady of usher 60
  3. The strain 60
  4. I am 55
  5. Flesh and soul 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
62

 

Recensione di Snarl pubblicata il 04.03.2017. Articolo letto 768 volte.

 

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