Tytus «Rises» [2016]

Tytus «Rises» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
16.03.2017

 

Visualizzazioni:
1666

 

Band:
Tytus
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Titolo:
Rises

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Bardy :: Drums
Mark Simon Hell :: Guitars
Markey Moon :: Vocals, Bass
Ilija Riffmeister :: Vocals, Guitars

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
49' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
10.11.2016

 

Etichetta:
Sliptrick Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Grand Sounds PR
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Recensione

Incoraggiante debutto sulla lunga distanza per i Triestini heavy metallers chiamati Tytus, che con questo primo album ci propongono 9 canzoni più intro diluite in circa 49 minuti di musica.
Una musica che viene riproposta per tutto il tempo in una maniera divertita e convinta, con una buona varietà degli stili compositivi, che passano dal grande up tempo tipo Strana Officina di “Haunted” all’andamento più solenne tipo certi Accept di “325 A.D.”, passando per certi andamenti cari ai primi Saxon di “White Lines” e di “Desperate Hopes”, fino ad arrivare alla grinta della migliore del lotto “Omnia sunt communia”. Questi sono gli episodi migliori di un album forse non originalissimo, ma comunque estremamente divertente e godibilissimo, specialmente in sede live, dove il tiro e la potenza delle composizioni sopperiscono bene a questo problema marginale.
Ora, detto questo l’ascolto di questo “Rises” in realtà è un po’ strano, perché per quanto tutti i crismi dell’heavy metal nostalgico siano rappresentati alla perfezione, in qualche modo manca una certa scarica di adrenalina. L’album diverte, come detto, eppure non sembra mai. Probabilmente, questo è forse dovuto ad una certa titubanza dei Tytus che a volte faticano un po’ ad andare dritti al punto della composizione, a volte prima del ritornello ed altre in altri momenti della canzone, con il risultato di canzoni un po’ troppo lunghe, anche se mai con cali d’intensità, e una canzone conclusiva francamente evitabile nonché anche un po’ fuori contesto. Ma anche qui, il problema non si pone troppo: essendo infatti il tiro delle canzoni azzeccato e gradevole, qualche lungaggine in più non inficia più di tanto il risultato finale di “Rises” che anche così riesce a brillare e a coinvolgerci.
Insomma: non del tutto perfetto in quanto migliorabile come personalità e forse anche un po’ scremabile nel songwriting, ma estremamente divertente e godibile. Questo è “Rises”, un disco paragonabile al tuo amico un po’ troppo verboso, ma simpaticissimo e a suo modo entusiasmante e entusiasmato, consigliabile per gli amanti del metal classico e per ascolti da lungo viaggio in macchina.

Track by Track
  1. Ode to the mighty sun - Intro S.V.
  2. Land of the new frontier 70
  3. Haunted 80
  4. 325 A.D. 75
  5. White lines 70
  6. Omnia sunt communia 80
  7. Inland view 70
  8. Desperate hopes 70
  9. New dawn’s eve 65
  10. Blues on the verge of apocalypse 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
70

 

Recensione di Snarl pubblicata il 16.03.2017. Articolo letto 1666 volte.

 

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