36 Stanze «Machete» [2016]

36 Stanze «Machete» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
26.03.2017

 

Visualizzazioni:
1576

 

Band:
36 Stanze
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Titolo:
Machete

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Davide Galzarano :: Vox
Enrico Mambriani :: Guitars
Luca Pioli :: Guitars
Riccardo Tosoni :: Bass
Andrea Mongelli :: Drums

 

Genere:
Metal / Crossover

 

Durata:
36' 25"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Sinceramente, ci si stringe un po’ il cuore quando si deve recensire un album crossover o nu metal, come nel caso dei Parmensi 36 Stanze, che ci propone il proprio terzo album, “Machete”. Perché? Perché questo tipo di musica è ormai desueto, pochissimi lo fanno e ancora meno sono quelli che lo fanno con risultati che valga la pena di ricordare, e quindi ogni album di questo genere si trova nella difficile condizione di dover tentare di riavviare un mercato e una scena che ormai da tempo in questo genere mancano. Però “Machete” ce la fa ad impressionare, pur senza spaccare le montagne.
In questi 36 minuti e mezzo di musica, infatti, ciò che funziona è il bilanciamento del crossover di questi ragazzi tra le parti più hardcore e quelle più alternative, con un risultato che colpisce quando va sul più leggero e melodico, come “Dissidio”, e impressiona bene anche quando la band pesta più duro come nelle cattive “Zitto e mangia” e “Inno nazionale”, che alternano molto bene le parti rabbiose a quelle più pulite per un mix invero molto scorrevole e apprezzabile, per non parlare di episodi ancora più duri come la più metal-oriented “7a1”. E non mancano brani più diretti e semplici orientati su punk/hardcore come “Geometrie Nascoste”, o brani del tutto Hardcore come “La Merda”. Detto questo, ci sono anche una serie di difetti che pur non oscurando più di tanto la riuscita dell’album, ne evidenziano comunque i punti deboli. Nella fattispecie, parliamo dei brani più tipicamente crossover, dove l’originalità va drasticamente a mancare, come la opener “Minaccia”, tanto più se il tutto viene accompagnato da riffs nella media, come nella seguente “Un uomo al comando”, e saltando alcune parti di voce pulita che non sono non male ma che comunque risultano un po’ invadenti, non si può non citare la coppia scarsamente significativa di canzoni brevi finali, troppo corte e che sembrano buttate là per caso. Sarebbe stato bello pensare a una bella conclusione dell’album con un altro buon brano, ma così non è, purtroppo.
In conclusione: “Machete” ha in continuazione luci ed ombre. È un album che ha il pregio di essere riuscito e sicuramente apprezzabile per i fan dei generi suddetti, scorrevole e interessante, ma è anche un album che comunque non muove più di tanto il genere musicale che propone, e che oltre una certa nicchia non esce, per cui il rischio di lasciarlo a prendere polvere dopo un po’ di ascolti c’è.

Track by Track
  1. Minaccia 60
  2. Un uomo al comando 60
  3. La merda 65
  4. Dissidio 75
  5. Zitto e mangia 75
  6. Inno nazionale 75
  7. 7a1 75
  8. Geometrie nascoste 75
  9. Poesia funesta 75
  10. Cancrena 60
  11. L’inevitabile solitudine del cannibale 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl pubblicata il 26.03.2017. Articolo letto 1576 volte.

 

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