Arkana Code «Brutal Conflict» [2017]
Recensione
Se con il primo full lenght “Galleries of Absurd”, si erano fatti conoscere ed apprezzare non poco per il proprio particolarissimo quanto singolare stile, oggi, con questo secondo lavoro intitolato “Brutal Conflict”, i nostrani Arkana Code ci confermano quel concentrato di pura tecnica in chiave death metal, affabile più che mai in queste undici nuovissime tracce. La band, forte di una formazione i cui esponenti risultano parallelamente impegnati con altre band famose in tutta Europa e non solo, appaiono in questo lavoro in strepitosa forma sotto ogni profilo: ed infatti, a cominciare dall’ottimo lavoro dietro le pelli, non sono da meno neanche gli strepitosi intrecci sia ritmici che in chiave lead solo delle due chitarre; buona la proposta del basso che incredibilmente riesce a farsi sentire non poco nelle folli accelerate che la band forgia tra una cambio di tempo e l’altro così spaziando da contesti ai limiti del moderato per concentrarsi, come noto, in situazioni maggiormente elaborate e tecniche. La proposta vocale, in un growl gutturale acido al punto giusto, abbellisce non poco questo piccolo capolavoro. Oltre alla tecnica che il quintetto forgia in ogni singolo brano, meritano i dovuti apprezzamenti anche i buoni contesti melodici che spesso vanno ad intervallarsi tra una ritmica e l’altra assieme e parallelamente a curati e virtuosi lead solo. Dopo un “Intro”, parte “Violent Human Corruption”, un titolo che ci riporta in qualche modo alle tematiche di un tempo e che a tutt’oggi risultano in un modo o nell’altro sempre attuali; la track si presenta in maniera decisa ed energica facendo la band forza sul buon riff misto ad una doppia cassa d’apertura che si propaga, tra tecnica e quant’altro, per tutta la durata del brano; segue poi la prepotente “Oppressor of Darkness”, che con la sua intensa ritmica mai confusionaria ma coinvolgente dall’inizio alla fine, presenta il sincronico marchio sonoro strumentale di questa band; è poi la volta di “Escape from My Mind”, altro tecnico quanto dinamico brano tra cambi repentini di ritmica e annessi quanto incredibili giri di basso da esperti del settore; anche la successiva “Tourtured by my Mind” si presenta sostanzialmente sul calibro ritmico della precedente rendendo ancora una volta la magia della sopraffine tecnica che solo questa band riesce a realizzare; uno scatto di pura quanto intensa follia ritmica è la proposta di “Mutilated Reality” all’interno della quale a renderne ottimo il contenuto è ancora una volta il tecnico lavoro di batteria che non lascia alcuna tregua all’ascoltatore; seguono poi le successive “Dismember the Control” e “The Holocaust Horde” il primo, uno dei brani migliori del platter per tecnica, pulizia sonora ed accurata ritmica mentre il secondo, raggiunge al meglio i livelli sonori sotto il profilo melodico e ritmico; è poi la volta di “Mortuary March”, dalle sembianze quasi leggermente più oscure rispetto agli altri brani probabilmente dovute ai particolari refrain che condizionano l’interno brano che, sempre sotto il profilo ritmico, è di notevoli livelli; la parte growl tende a similarsi non poco al buon Jeff Walker ai tempi di Necroticism Descanting the Insalubrious; è poi la volta dell’ottimo brano di death metal puro intitolato “ Psychiatric Kingdom” che anticipa il conclusivo “Astral Illusion” altro potentissimo brano che merita di essere ascoltato per trarne le soggettive quanto elogianti conclusioni. Un disco da avere e da apprezzare dalla prima all’ultima nota; decisamente un ottimo lavoro.
Track by Track
- Intro S.V.
- Violent Human Corruption 80
- Oprressor of Darkness 85
- Escape from my Mind 85
- Tortured by my Mind 80
- Mutilated Reality 80
- Dismember the Control 90
- The Holocaust Horde 85
- Mortuary March 80
- Psychiatric Kingdom 85
- Astral Illusion 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 90
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
84Recensione di Wolverine pubblicata il 08.04.2017. Articolo letto 1305 volte.
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