The Sade «Grave» [2017]

The Sade «Grave» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
24.04.2017

 

Visualizzazioni:
1335

 

Band:
The Sade
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Titolo:
Grave

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Andrew Pozzy :: Vocal, Guitars, Piano, Synth;
- Mark Sade :: Bass, Backing vocals;
- Matt Sade :: Drums;

 

Genere:
Damned Rock

 

Durata:
35' 56"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2017

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Terzo lavoro per i The Sade, trio padovano formatosi quasi un decennio fa e dedito ad un iniziale power metal oggi individuato in un rock hard ‘n’ Heavy melodico ed intenso nelle strutture che caratterizzano i dieci brani che compongono questo nuovissimo “Grave”; in ogni caso la band, al di là delle etichettature del genere, ama definirsi come damned rock. Quello che si percepisce subito è una certa impostazione musicale particolarmente affabile e varia nei contenuti in definitiva generati da riff intensi ma da un sound non troppo brillante che, seppur inverosimilmente, rende il clima dell’intero lavoro assolutamente particolare quasi misterioso. Non si tratta del classico Heavy Metal, ma di qualcosa di decisamente innovativo dal sapore più oscuro rispetto a quello che in realtà può apparire; non possono farsi paragoni particolari ma solamente apprezzare quest’ottimo lavoro dove il clean del cantato e le splendide melodie oscure ed intriganti offrono all’ascoltatore una rara sensazione. Si parte con la triade “Prayer”, “The Raven” e “Sick Sick”, all’interno dei quale la band mostra a ventaglio ciò meglio la contraddistingue a cominciare dalle ritmiche che, nel primo brano, assurgono al meglio l’idea del heavy metal anche se ben presto soprattutto nei successivi vengono ad inserirsi contesti diversi ed oscuri; inaspettato quanto splendido il bluesy che la band trasforma con un sound hard rock moderato nel brano “Black leather”; la successiva “Graveyard” ci porta in un clima hard rock potente ma variopinto per l’ottimo lavoro della chitarra e delle annesse ritmiche di batteria; “Coachman” offre un momento particolarmente sentito soprattutto per il caldo clean vocale e per l’annessa base musicale acustica; quanto a “Burnt” la band si orienta su un hard rock potente dinamico spumeggiante dall’inizio alla fine; “Nyctophilia” è un brano particolarmente oscuro nei contenuti, pacato lento quasi come un doom con i suoi contenuti acustici lenti ma espressivi al massimo. Il platter si chiude con l’outro acustico “Charlie Charlie”, spagnoleggiante che ci ricorda si troppo bene la chiusura di “Double Talkin Jive” dei Guns’n’Roses siglata 1991. Un disco ottimo dove la band genera un proprio particolare e singolare stile oltre ad un’ abile e dinamica realizzazione dei brani che va, se potete, trovato e acquistato

Track by Track
  1. Prayer 80
  2. The Raven 80
  3. Sick Sick 80
  4. Afterdeath 80
  5. Black Leather 80
  6. Graveyard 80
  7. Coachman 80
  8. Burnt 80
  9. Nyctophilia 80
  10. Charlie Charlie S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 24.04.2017. Articolo letto 1335 volte.

 

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