Recensione

“Mathematical mother” è uno di quegli album che in ambito prog rock stende la concorrenza e lascia in giro pochi rivali. È un album che per tutta la durata delle sue canzoni, a volte dalla durata normale e a volte lunghe anche più di 14 minuti, non smette di far duettare voce e tastiera in complesse e ben architettate trame che la fanno da padrone su tutto il disco, e regalandoci momenti davvero encomiabili, come quello nella seconda canzone, dove il basso da solo regge la voce e la tastiera che suonano la stessa cosa. Questa è la carta vincente dei veterani e ben noti Universal Totem Orchestra, che in questo album puntano moltissimi sulla espressività e sulla stupefacente ispirazione di questi due membri del gruppo, e solo a tratti questo equilibrio viene spezzato da una chitarra solista ma comunque mai sopra le righe, che interviene a bilanciare il tutto, e questo avviene senza forzature di nessun tipo ma in maniera estremamente naturale, che ci trascina in “Terra Cava”, ci ammalia per i vari colori di “Codice Y16” e di “Elogio del dubbio”, fino a sedurci per l’atmosfera descrittiva della forse migliore di tutte “Architettura dell’acqua”, con le altre due canzoni che semplicemente confermano lo standard di questo grande album.
“Mathematical mother” è un album da non perdere per tutti gli amanti del Prog meno distorto e leggero. Trionfo della creatività.

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