Valgrind «Seal Of Phobos» [2017]

Valgrind «Seal Of Phobos» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
03.05.2017

 

Visualizzazioni:
1647

 

Band:
Valgrind
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Titolo:
Seal Of Phobos

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Daniele Lupidi :: Vocals, bass;
- Massimiliano Elia :: Lead and rhythm guitars, keyboards;
- Umberto Poncina :: Rhythm and lead guitars, keyboards;
- Gianmarco Agosti :: Drums;

 

Genere:
Classic Death Metal

 

Durata:
17' 5"

 

Formato:
Mini-CD

 

Data di Uscita:
20.03.2017

 

Etichetta:
Everlasting Spew Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Le origini dei Valgrind risalgono addirittura al lontano 1993 quando la band si è formata dando inizialmente luogo alla stesura di quattro demo per poi sciogliersi nel 2008; di seguito, la voglia di non dare per definitivamente perso quanto realizzato, incita la band a ricostituirsi per dare poi vita nel 2012 ad un full lenght a cui fa seguito un lungo periodo di attività live che li vede impegnati sui palchi nazionali ed europei. Tornato in studio, ci presentano oggi queste cinque tracce pressate su formato MCD intitolato “Seal of Phobos” che richiama la particolare attitudine della band ad un death metal prettamente riconducibile agli anni ’90 e che ben ricorda stilisticamente band come Morbid Angel, Brutality e Dissection; dall’ascolto purtroppo il lavoro appare penalizzato da una non ottimale produzione che ne offusca irrimediabilmente le discrete basi che in definitiva potevano arrecare una maggiore presa sull’ascoltatore. “The Endless Circle” apre il MCD dando il massimo con una spettacolare apertura tirata nella miglior tradizione degli allora Sandoval, Azaghtoth e Vincent; imponente non poco neanche la successiva “New Born Deceit”, che si appoggia sotto un profilo compositivo nuovamente al sopraccitato trio lasciando però una sorta di penombra nella nitidezza del sound, dovuta alle problematiche surrichiamate; un interludio, “Prelude to Downfall”, anticipa la successiva “Traitors Will Bleed”, altro brano strutturalmente ben uniforme nella genesi e del giusto effetto anche per il buon growl che caratterizza le quattro tracce cantate; la chiusura è affidata a “Ekphora’s Day” un altro brano prettamente ’90 sotto il profilo stilistico compositivo ma dalla resa poco chiara. Diciamo che la band, pur peccando di personalità ed originalità, riesce ad ottimizzare al meglio lo stile che più la ispira che, purtroppo, non offre pienamente la dovuta resa.

Track by Track
  1. The Endless Circle 60
  2. New Born Deceit 60
  3. Prelude to Downfall S.V.
  4. Traitors Will Bleed 55
  5. Ekphora’s Day 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
61

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 03.05.2017. Articolo letto 1647 volte.

 

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