Marble «Trails of Dreams and Reality» [2006]

Marble «Trails Of Dreams And Reality» | MetalWave.it Recensioni Autore:
AtoragoN »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1350

 

Band:
Marble
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Titolo:
Trails of Dreams and Reality

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Annalisa Ferraris - Vocals
Daniel Fleba - Bass
Omar Gornati - Rhythm Guitar
Paolo Beretta - Lead Guitar
Jacopo Marchesi - Piano and Keys
Mirko Lasagna - Drums

 

Genere:

 

Durata:
18' 43"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Approda al primo demo la band di Pavia, Marble, attiva da tre anni, e composta da membri di età media molto giovane. Il sestetto ci propone un metal a metà strada tra lo speed thrash ed i Sonata Arctica (chiara influenza della band), con voce femminile, una batteria sempre molto serrata e melodie abbastanza interessanti, non troppo scontate né troppo mielose ma efficaci. Partiamo dall'esecuzione, e qui purtroppo emerge un po'l'inesperienza dei membri, infatti, la batteria credo sia tutta programmata, e a fronte di delle chitarre precise e taglienti nelle ritmiche, e di un basso che svolge bene il suo lavoro (ed è mostruosamente in primo piano, poi infatti controllando ho visto che il demo è prodotto dal bassista) notiamo purtroppo delle carenze a livello di tastiere, vuote, poco presenti e non esaltanti neanche in occasione della ballad pianistica “Alaska”, e di una voce che per quanto intonata ed estesa è ancora troppo incerta, non abbastanza aggressiva, arrabbiata e probabilmente è il punto debole del gruppo. La storia ci insegna però che l'esperienza live fa compiere passi da gigante, come nel caso dei Sinergy, nel cui primo disco l'approccio alla voce era altrettanto soave ed insicuro, fino a diventare ottimo nell'ultimo album. Per quanto riguarda i pezzi, sono solo quattro, di cui il primo, “At the Gates of Destruction” mostra il lato più thrash e serrato della band, il secondo, “Frozen Rose” è ugualmente arrabbiato ma più groovy, la già citata ballad voce-piano “Alaska” è forse il pezzo meno riuscito del disco a causa di arrangiamenti non molto convincenti e di una prestazione vocale un po'troppo fiacca e vuota di interpretazione, mentre la canzone conclusiva “Farewell” rappresenta la vera perla del gruppo, dotata di un ottimo riff di tastiera e di un bell'arrangiamento vocale e chitarristico, e di un ritornello molto efficace. Questo pezzo è quello che lascia trasparire in maniera più palese l' influenza dei Sonata Arctica, e io credo come consiglio personale che la band debba proseguire su questa strada, mettendo gli arrangiamenti di tastiera in primo piano e incastrandoli con i riff, anziché tenerli solo come tappeto; buono anche lo scambio di assoli a fine canzone. Bisogna dare tempo alla band di fare esperienza sia sul fronte live che sul piano del songwriting, perchè sono convinto che al di là degli errori dati dall'inesperienza si cela un buon potenziale, quindi per questa volta diciamo promossi solo a metà, con l'asterisco, in attesa di nuovo materiale. In bocca al lupo!

Track by Track
  1. At The Gates of Destruction 55
  2. Frozen Rose 63
  3. Alaska 50
  4. Farewell 73
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
60

 

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