Malamorte «Satan Goes To Heaven To Destroy The Kingdom Of God» [2017]

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Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
06.06.2017

 

Visualizzazioni:
1807

 

Band:
Malamorte
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Titolo:
Satan Goes To Heaven To Destroy The Kingdom Of God

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
LV :: Vocals
SK :: Guitars, bass, programming

 

Genere:
Occult Heavy-Black Metal

 

Durata:
43' 28"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
09.06.2017

 

Etichetta:
MurdHer Records
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Satanath Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Pure Steel Promotion
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Recensione

Avevo già sentito parlare ai tempi di myspace di questi Malamorte da Roma, per un vecchio brano che avevano pubblicato (non so neanche in quale release stia o se l’hanno scartato) e che invero mi piaceva parecchio, molto Mutiilation. E con un titolo e una copertina del genere mi aspettavo un bell’assalto sonoro, sulla scia di bands come Bestial Mockery, e invece ci sono rimasto quando leggendo il flyer introduttivo, i Malamorte da Roma ora fanno un heavy metal a tinte horror, con l’intenzione di stare sulla scia di Death SS e King Diamond, con alcuni rimandi al doom/rock e praticamente mai al black metal. Nulla di male, ma mi ha spiazzato.
Detto questo, l’ascolto di questo secondo album si rivela un costante andirivieni di luci e ombre, di buone idee ed altre non sufficientemente sviluppate: nella fattispecie, va detto che sebbene l’opener “Thorn in the flesh” si rivela abbastanza nella media e troncata malamente alla fine, la verità su quest’album la dicono i due brani successivi. “Waiting for the end of christianity” mostra degli spunti interessanti e rivela una competente devozione ai primi Mercyful Fate di “Don’t break the oath” nel mood e nelle linee vocali che invero fanno il loro lavoro, ma l’efficacia del brano viene neutralizzata alla fine da alcuni riffs più innocui, mentre “Unholy cult” è un brano decisamente riuscito per l’organo, ma io ci sento anche delle influenze goth che trovo inopportune, che spostano troppo l’equilibrio sull’atmosfera e poco sulla malignità del brano, non facendolo spingere come dovrebbe. Idem dicasi per la title track, dotata anche di un bel ritornello convincente, ma con alcune parti nuovamente troppo atmosferiche e goth, dove l’heavy metal dei Malamorte necessità di più potenza e magari anche di aggressione. A dire la verità, “Ode to damnation” ci prova ad alzare i battiti per minuto, ma torna subito sui suoi passi e dal punto di vista metal finisce per essere nella media, mentre un discorso a parte merita “Aut satan aut nihil”, che rivela la componente puramente atmosferica dei Malamorte; non è male, ma è parecchio scollata da tutto il resto fatto finora, talmente tanto che ti fa chiedere dov’è che sta esattamente la personalità musicale dei Malamorte e se abbiano bisogno di continuare a fare il punto della situazione e di puntare il baricentro della loro musica.
In conclusione: “Satan goes...” non è scevro da difetti e forse ha la colpa di avere un songwriting legnoso, ma riesce in alcuni notevoli obiettivi, come il riprodurre dei mood malefici che ci rimandano senza scimmiottare ad alcuni grandi classici, e anche di dare una certa cantabilità all’intero songwriting, che è un plusvalore non da poco in un genere come questo dove a volte i dilettanti del genere credono che basti mettere due luoghi comuni horror. Non si tratta ancora di una band vincente e a dir la verità il lavoro da fare per migliorare c’è, ma i Malamorte hanno la loro ragione di esistere e comunque la loro musica ha solide basi che li differenziano dai wannabes di questo genere. Se lo stile tipo Abysmal Grief è ciò che vi affascina di più, un ascolto al secondo album dei Malamorte è consigliabile.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. Thorn in the flesh 65
  3. Waiting For The End Of Christianity 70
  4. Unholy Cult 70
  5. Satan Goes To heaven To Destroy The Kingdom Of God 75
  6. Intermezzo S.V.
  7. Blasphemies For The Horned God 70
  8. Ode To Damnation 65
  9. Aut satan aut nihil 70
  10. Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl pubblicata il 06.06.2017. Articolo letto 1807 volte.

 

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