Christine «All Those Years We Weren't Together» [2017]

Christine «All Those Years We Weren't Together» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
01.07.2017

 

Visualizzazioni:
1452

 

Band:
Christine
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Titolo:
All Those Years We Weren't Together

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marco Landi :: Guitars;

Guest musicians, life mates:

- Andrea Cantaroni :: Synth, Sound morphing;
- Matteo Valentini :: Sax;
- Luna Achiary :: Vocals, Synth, Percussions;
- Erik Storari :: Sitar;

 

Genere:
Neofolk / Ambient / Jazz

 

Durata:
47' 17"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
05.05.2017

 

Etichetta:
DIY!

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
PR Lodge Music Promotion
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Recensione

Al di fuori di qualunque canone rock, metal e di quant’altro generalmente recensito nella nostra webmagazine, mi imbatto nell’ascolto di questo lavoro di Christine intitolato “Al Those Years We Weren’t Together”, un progetto di non semplicissima assimilazione considerando che l’autore, coadiuvato da altri artisti, cerca di trasformare attraverso la musica strumentale la propria angoscia interiore vissuta al cospetto dello stato comatoso vissuto dalla propria genitrice. I parametri strumentali del lavoro si orientano tra moderazione e angoscia per lo più generati da parodie realizzate tramite contesti onirici realizzati tra ambient, neofolk e jazz che indubbiamente fa la differenza. Impossibile assistere a contesti dinamici che possano in qualche maniera alterare l’equilibrio instaurato sin dai primissimi momenti di ascolto. Chitarra, sitar, vari strumenti a fiato e immancabili percussioni sono in sostanza gli elementi caratterizzanti questo lavoro capace di generare pacatezza ma allo stesso tempo ansia e angoscia se si considera la reale ispirazione del lavoro dalla prospettiva dell’autore. Contesti resi alquanto desolanti da un sax che lascia la sua scia malinconica tra un inserimento e l’altro generato su basi di chitarra acustica in assetto moderato, all’interno del quale l’espressività per l’ansia vissuta assumono dei connotati decisamente profondi. Un lavoro che lascia molto riflettere soprattutto sulla paura della solitudine e su tutta una serie di interrogativi attinenti la propria insicurezza ed emotività, sul non sapere cosa fare domani, quando magari una luce dall’alto darà il suo segno per gratificare e ringraziare di aver trasposto musicalmente uno stato ed una condizione che di solito, siamo soliti racchiudere in noi stessi.

Track by Track
  1. Slow Blood 75
  2. White Rest 70
  3. The Deafening Silence 75
  4. The Expected Farewell 75
  5. Rougher Ashes 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 01.07.2017. Articolo letto 1452 volte.

 

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