Struttura & Forma «One Of Us» [2017]
Recensione
Nati tra Milano e Genova ben quarantacinque anni fa, i rock progressive oggi chiamati Struttura e Forma, band oggi formata da esponenti di band dell’epoca ’70 e 80’ quali Delirium e New Trolls, tra cambi di line up, scioglimenti e reunion, esordiscono oggi con questo disco autoprodotto ed intitolato “One of Us” omaggiandoci di ben undici tracce tutte ben eseguite con un incredibile quanto dinamico progressive che indubbiamente, pur proiettandosi sul passato, risulta incredibilmente innovativo nei contenuti. Riff con annessi inserimenti di synth e polivalenti ritmiche di batteria caratterizzano in maniera esemplare le tracce all’interno delle quali il sound, pur essendo focalizzato su inebrianti evoluzioni sonore, di tanto in tanto pare un po’ offuscato forse a causa di una non eccellente produzione alle spalle. Incredibilmente d’effetto anche i lead solo che caratterizzano buona parte dei brani con più che evidente conferma di una preparazione matura che la questa band ha acquisito nel corso degli anni individualmente. Dopo “Worms”, brano esclusivamente strumentale ed incentrato su significativi passaggi tra rock e progressive, si ha “Simphony” all’interno del quale prende corpo tra le evoluzioni strumentali, non troppo irruente e diligentemente eseguite, anche il clean vocale che offre la propria capacità orientandosi anch’esso su una certa moderazione che non si distacca troppo dal modus operandi della band; è poi la volta di “Lucky Man”, un omaggio all’artista Greg Lake, icona del progressive recentemente scomparso con cui la band si propone in un rock acustico cantato e suonato in maniera decisamente pacata ; si prosegue e ritorna al caratteristico progressive rock con “Kepler” i cui contenuti si orientano nuovamente su passaggi dinamici rock prog nei quali incredibili e generosi lead solo vanno ad accompagnare in alcuni passaggi la decisa prova clean; non mali neanche “One of Us” e “Kyoko’s Groove”, il primo un caratteristico brano di matrice settantiana mentre il secondo un incredibile progressive il cui riff iniziale che si propaga in definitiva per tutto l’ascolto del brano si rileva vincente sotto tutti i punti di vista; si prosegue anche con “Indios Dream” “Fasting Soul” e “Amsterdan” una triade molto tradizionale ben calibrata tra rock d’annata e progressive dai toni più moderni, molto moderato il primo, più hard il secondo e sentimentale il terzo che in ogni caso non perde mai la sua natura progressive; “Acoustic Waves” un acustico che va ad anticipare il conclusivo e italianissimo “Il Digiuno dell’Anima” unico brano del combo cantato in lingua madre ma comunque in grado di non disorientare affatto l’ascoltatore. Il disco, nonostante una produzione non lucida al 100%, si rileva è un discreto prodotto soprattutto dedicato ai nostalgici del rock prog di un trentennio fa rivisitato ai nostri giorni.
Track by Track
- Worms 75
- Simphony S.V.
- Lucky Man 75
- Kepler 70
- One of Us 70
- Kyoko’s Groove 80
- Indios Dream 70
- Fasting Soul 70
- Amsterdam 70
- Acoustic Waves S.V.
- Il Digiuno dell'Anima 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Wolverine pubblicata il 18.07.2017. Articolo letto 1495 volte.
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