No Good Advice «From the Outer Space» [2017]
Recensione
Incoraggiante disco di debutto per i Torinesi No Good Advice, che condensa 10 tracce più intro e outro di un robusto stoner rock con un debole per il grunge che ogni tanto affiora, e con venature metal che induriscono alcuni grooves cosparsi qua e là. “From the outer space” non è un disco che vince per l’impatto o l’idea geniale data in qualche singola traccia: è un disco che vince sulla distanza, sulla compattezza complessiva di tutti i quasi 56 minuti dell’album, in questo modo non si tende a notare una opener “Space Surfers” molto debitrice a certi Cathedral o le influenze e le stranezze compositive di tipo Kyuss che affiorano alla fine di “Napalm”, ma si notano le canzoni in un blocco unico con diverse sfumature.
È questa la chiave di lettura per questo “From the outer space”, che va ascoltato tutto d’un fiato e che, seppur non molto originale, sa suonare con convinzione e con piccole variazioni tra brano e brano. Una volta capito questo, si possono apprezzare i cambi di tempo e di pesantezza dei brani, che per questo denotano una band dal songwriting non statico (il che non è da poco per una band stoner), ma anche un buon lavoro di chitarra solista, che riesce a prendere “Suicide Inside” e a farle variare il tiro, evitando così di farla essere troppo un ennesimo tributo a “Green machine” dei Kyuss. Altrove è il mood diverso, più spensierato che differenzia “Stoned Jesus” dalle altre tracce, passando per il bel ritmo di “Mother of the void” o per l’atmosfera di “Astronaut Superstar”, anche se probabilmente l’episodio compositivo meglio riuscito è dato da “Super looper groover”, che a scapito di un nome della canzone (di nuovo) molto alla Kyuss (“supa scoopa and mighty scoop”), affianca meglio di tutte lo stoner al grunge e a certo metal nel groove in una maniera molto orecchiabile.
Insomma: seppur ancora un bel po’ debitore ai propri numi tutelari e quindi ancora dal retrogusto di disco un po’ di nicchia, i No Good Advice hanno dalla propria il fatto di saper scrivere delle canzoni agili e relativamente cangianti eppure compatte. Se cercate nuovi nomi underground in questo genere musicale, l’acquisto di “From the outer space” potrebbe essere un buon investimento.
Track by Track
- The great dawn - Intro S.V.
- Space Surfers 70
- Black Monolith 75
- Napalm 75
- Suicide Inside 70
- Stoned Jesus 75
- Super looper groover 80
- Astronaut superstar 75
- Mother of the void 75
- Tears of the universe 70
- Into your grave 70
- Between the earth and space - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Snarl pubblicata il 13.09.2017. Articolo letto 1864 volte.
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