Hibagon «Polyposmic» [2017]

Hibagon «Polyposmic» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
15.09.2017

 

Visualizzazioni:
1258

 

Band:
Hibagon
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Titolo:
Polyposmic

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Dowi :: Guitars, Noise
Jabo :: Drums, Percussions

 

Genere:
Math Metal

 

Durata:
39' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
12.05.2017

 

Etichetta:
Taxi Driver Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Wooaaargh
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Recensione

Non male il (credo) terzo album dei Bergamaschi Hibagon, fautori di una musica astratta e strumentale, a volte che fa il verso al jazz, altre volte che invece affonda le sue radici nel djent e nel math core, per quasi 40 minuti di musica complessa e che rifiuta le barriere compositive.
Ora, il rischio di un’operazione di questo tipo è quello, detto francamente, di menare qualche riff per un po’ di tempo e presentarci dei brani presunti come sperimentali, ma asettici dal punto di vista del feeling. E francamente era proprio questo il baratro in cui “Polyposmic” sembrava cadere, con dei brani dal secondo fino al quinto compreso un po’ poco significativi. Sicuramente eclettici, ma anche un po’ corti e invero insipidi. Bisogna aspettare da “Lamantino” in poi per sentire le capacità degli Hibagon, che aumentano l’ispirazione dei fraseggi di chitarra, mettono meglio a fuoco le loro influenze, e trasformano i loro brani in veri e propri miraggi che cambiano forma e sostanza in continuazione, con una bella evoluzione dallo jazz allo stoner rock conclusivo, passando per le parti rumoristiche di “Doboblique” o per “Was wog” che di fatto fa il verso a Satriani ma in versione più pesante e distorta, anche se il miglior episodio di tutti è dato da “Groovulture”, che funge da ottima sintesi delle influenze degli Hibagon, tra momenti fusion su basi desertiche, altri distorti e rumorosi e una conclusione leggera.
Insomma: nonostante una prima parte incolore, “Polyposmic” sa intrattenere e farsi piacere dagli amanti della musica più astratta e strumentale, che rifugge i generi e che fa della anarchia sonora la propria ragion di vita. Se queste sono le coordinate sonore che vi interessano, “Polyposmic” dovrebbe rappresentare un buon acquisto.

Track by Track
  1. 120 - Intro S.V.
  2. Anacrosaurus 65
  3. Colugozer 60
  4. Hypnoyak 60
  5. Orogenesis 65
  6. Lamantino 75
  7. Doboblique 75
  8. HoolalooP 70
  9. Was wog 75
  10. Groovulture 75
  11. Neinthorag 75
  12. Zero - Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
70

 

Recensione di Snarl pubblicata il 15.09.2017. Articolo letto 1258 volte.

 

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