Damn Freaks «Damn Freaks» [2017]
Recensione
L’heavy metal anni ’80 ce l’hanno proprio nel sangue i fiorentini Damn Freaks band esordiente nella scena underground nazionale con questo omonimo disco a nove tracce semplicemente brillante nei contenuti. Indubbiamente i membri la band non sono certamente alle prime armi tenendo conto dell’ottima risoluzione strutturale di ciascun brano capace di richiamare sin da subito alla mente band quali XYZ ma anche Bon Jovi, Motley Crue e via dicendo. Ad impreziosire non poco la line up ci pensa il frontman vocalist Iacopo Meille dell’ex band inglese dei Tygers Of Pain Tang, oltre che i rimanenti soggetti tutti di elevato spessore artistico; sonorità accattivanti che ti entrano in testa e non ti lasciano grazie all’incredibile presa e all’assoluta quanto significativa armonia che riesce a contraddistinguere ciascun brano; buoni i distorti e il caratteristico sound vecchia scuola ottimamente miscelato ad annesse ritmiche semplici ma efficaci allo stesso tempo. L’apertura del platter scatena la massima potenza della band con “Break the Chains”, un brano completo, divertente e tanto heavy; a seguire una ballad, “Broken Wings”, che indubbiamente cala non poco l’adrenalina scatenataci dal precedente brano i cui elogi vanno indubbiamente all’espressività del clean vocale; a seguire “Take a Ride” che ci rimette subito in carreggiata con il suo potente riff d’apertura e l’annessa quanto movimentata ritmica unificata ad un simpatico ritornello; “Secret Path” ci riporta nuovamente su un segmento ritmico decisamente dai toni più moderati che in ogni caso non ne deprezzano affatto il contenuto; segue il successivo “Sea of Love” nuovamente moderato nei contenuti ma dall’assoluto quanto piacevole esito dovuto all’indiscusso estro dei musicisti; i successivi “The Way I Feel” e “Dream Highway” si rivelano il primo nuovamente moderato ma con quell’immancabile tocco heavy che caratterizza il buon stile della band mentre il secondo, decisamente festaiolo dallo splendido mood e dall’ottima soluzione strumentale anche nel ritornello cantato; a seguire “Poison Apple” e “Burning Up” due brani diversi tra loro ma pur sempre carichi di adrenalina, vivi e maledettamente divertenti. Decisamente un buon made in Italy, da ascoltare e riascoltare ininterrottamente se amate l’heavy d’importazione USA.
Track by Track
- Break the Chains 80
- Broken Wings 65
- Take a Ride 75
- Secret Path 70
- Sea of Love 75
- The Way I Feel 70
- Dream Highway 80
- Poison Apple 75
- Burning Up 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
74Recensione di Wolverine pubblicata il 19.09.2017. Articolo letto 2448 volte.
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