Buttered Bacon Biscuits «From the Solitary Woods» [2017]
Buttered Bacon Biscuits
Titolo:
From the Solitary Woods
Nazione:
Italia
Formazione:
Riccardo Dal Pane :: lead vocals, acoustic guitar
Alex Celli :: lead guitar, background vocals
Antonio Perugini :: drums
Alessandro Aroni :: bass, background vocals
Stefano Olivi :: hammond, piano, sinth
Genere:
Hard Rock
Durata:
44' 29"
Formato:
CD
Recensione
Ristampa del primo album dei classic rockers da Forlì Cesena Buttered Bacon Biscuits tramite la Jolly Roger Records, una label specializzata proprio in questo tipo di rock un po’ retro.
E premesso che quest’album me lo sono perso quando al tempo uscì, il disco comincia benissimo con una tripletta iniziale di canzoni che prendono il rock classico anni 70 e ci aggiungono blues, organo hammond, un certo senso di prog rock, per un risultato davvero avvolgente e piacevole nell’opener “Losin my pride”, e il cui feeling viene confermato dall’ombrosa ma sempre abbastanza calma “Another secret in the sun”, che davvero ti proietta mentalmente in qualche stato Southside degli USA.
Dopo però l’inaspettata ma piacevole strumentale “Essaouira” il disco cala un po’ d’intensità. Sarà che i richiami alle bands classiche del genere si vanno un po’ intensificando, saranno i brani che alla lunga spesso suonano troppo lunghi e anche un po’ troppo lenti e quadrati, ma è più che altro “State of mind” a stupirci, mentre brani come “Cross Eyed Jesus” e “I hope you’re feeling bad” falliscono un po’ l’obiettivo risultando non brutte ma fini a sé stesse. E stranamente, l’album termina in una maniera inferiore a come era cominciato. Non è facile capire il motivo, per la verità. A volte sembra che i BBB forse vogliono solo elogiare un certo stile musicale senza grosse pretese, altre volte sembra che stiano cercando di essere credibili, ma più comune è il feeling che i Buttered giocano su un rock molto retro, ma non posseggono la stessa fantasia, apertura mentale o l’entusiasmo di chi quegli anni li ha vissuti, risultando di conseguenza non brutti, ma il cui album è poco più che un fioco tributo, tanto onesto quanto anche un po’ fine a sé stesso, e che per una certa mancanza di combinazione di vivacità e di luce propria finisce per essere non male, ma anche per non lasciare molto dopo che l’ascolto di “From the solitary woods” è finito.
In altre parole: non si tratta di un disco brutto, ma è un revival e poco altro. Se siete amanti del rock anni 70 sopra descritto, provate a dare una chance a questa band, ma per me il rischio di lasciar perdere per collezionare i grandi classici c’è.
Track by Track
- Losin my pride 80
- Another secret in the sun 80
- Essaouira 75
- Into the wild 70
- I hope you're feeling bad 60
- No man's land 60
- State of mind 65
- Cross eyed Jesus 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Snarl pubblicata il 22.12.2017. Articolo letto 1186 volte.
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