Monolithe «Nebula Septem» [2018]

Monolithe «Nebula Septem» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
28.12.2017

 

Visualizzazioni:
1176

 

Band:
Monolithe
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Titolo:
Nebula Septem

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Sylvain Bégot :: Guitar;
Olivier Defives :: Bass;
Rémi Brochard :: Guitar, Vocals;
Benoît Blin :: Guitar;
Matthieu Marchand :: Keyboards;
- Thibault Faucher :: Drums;

 

Genere:
Dark Doom Metal

 

Durata:
49' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
26.01.2018

 

Etichetta:
Les Acteurs De L'Ombre Productions
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I francesci Monolithe rilasciano questo “Nebula Septem”, settimo album di questa incredibile Dark Doom band, nata come iniziale progetto parallelo del chitarrista Anthemon, in stand by per un decennio e recentemente ritornata in auge con una formazione a sette di rilevante spessore compositivo. Indubbiamente il numero sette è un numero molto caro alla band considerando che, come sopra accennato, l’album si intitola Nebula Septem, si tratta del settimo album, la formazione è di sette elementi, i brani del platter sono sette e ciascuno dura all’incirca sette minuti di ascolto con una durata complessiva del disco di quarantanove minuti, numero questo multiplo di sette. Le sette tracce del platter sin da subito rivelano la grande vena compositiva della band, ambientata in un contesto spaziale, stellare considerando il riferimento del titolo alla nebulosa. Ciò che emerge dal sound, al di là di una melodia incredibile all’interno della quale prende corpo un ottimo growl, sono le andature che, nella loro alternanza tra lento e moderato, offrono una sensazione di completezza all’ascolto probabilmente grazie anche all’inserimento di diversi assetti del synth. Subito la predetta sensazione si ravvisa con il brano d’apertura “Anechoic Aberration” dove un’andatura non troppo lenta rilascia una sensazione di oscura, solitaria ben stabile e varia nei contenuti; si prosegue ancora con “Burst in the Event Horizon” , altra incredibile componimento lento, oscuro, quasi sinfonico ma dall’effetto nuovamente dark deciso e tagliente; non sono ancora da meno neanche i successivi “Coil Shaped Volutions” e “Delta Scuti” due avvincenti brani i cui contenuti appaiono al limite dell’ipnotico grazie alle sensazioni ed atmosfere trasmesse dalla band; ottimo ancora una volta l’effetto del growl che con la sua onnipotenza rende il tutto una inarrestabile muraglia che piano piano, lentamente avanza. Un vero colpo di coda ci viene dato dalla band con “Engineering The Rip”, una brano la cui apertura si dirige su scenari quasi pop per poi riprendersi e dirigersi in un nuovo percorso lento e vario nei contenuti; “Fathom The Deep” si antepone con un sound quasi post metal, desolante nei contenuti ma pur sempre reso brillante dagli effetti sprigionati dal synth e dalle chitarre; chiude “Gravity Floods” altro incredibile brano ricco di iniziative e di ambientazioni oscure ma allo stesso tempo fantasiose. Un disco brillante dal primo momento che vi condurrà, se siete appassionati di dark doom in scenari oscuri, immaginari resi brillanti dall’ottima capacità di questa band.

Track by Track
  1. Anechoic Aberration 80
  2. Burst in the Event Horizon 80
  3. Coil Shaped Volutions 80
  4. Delta Scuti 80
  5. Engineering The Rip 80
  6. Fathom The Deep 80
  7. Gravity Floods S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 28.12.2017. Articolo letto 1176 volte.

 

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