Párodos «Catharsis» [2017]
Recensione
Strano disco questo dei Salernitani Parodos, che in questo disco di debutto chiamato “Catharsis” ci propongono 9 brani di ciò che loro definiscono Avantgarde Progressive Post Black Metal, e che io invece definisco come un Pagan Metal neanche troppo estremo. Certamente è allungato nella durata e una certa struttura aperta delle canzoni può richiamare al progressive, ma del resto dei generi non c’è traccia. Intendiamoci: questo non è per forza un male. Può succedere che una band agli inizi e acerba dice di fare un genere ma in realtà gliene esce naturale un altro, il problema è quando la personalità della band rimane a metà tra il genere proposto e quello effettivamente suonato.
Ed è proprio per questo che “Catharsis” suona strano: qui infatti l’ascolto rivela una band troppo elettrica e poco effettata o rarefatta per poter davvero essere Post, di black metal c’è davvero poco, con le rare parti veloci che suonano più Death che Black, una voce pulita che taglia corto col minimalismo del Post e che invece si lancia su sonorità più squillanti e articolate rendendo l’intero lavoro più variopinto, nonché una tastiera che pur svolgendo un buon lavoro e donando delle buone atmosfere, sposta tutto su una evocatività decisamente più tipica del Pagan Metal che del Post e derivati. Se siete confusi posso capirlo: non è così raro trovare delle bands che suonano leggermente diverse da ciò che dicono di suonare, ma qui si tratta di una band che si sposta un bel po’ da ciò che dice di fare.
Poi intendiamoci: di per sé “Catharsis” non è male se lo si vede sotto l’ottica del Pagan Metal un po’ contaminato, e anche se in questo modo i difetti non mancano, è la profondità di certe atmosfere generate dalla tastiera a graziare parte di “Catharsis” e di “Heart of darkness”, che in questo modo seppur non scevre da qualche lungaggine, riescono a colpire il bersaglio ameno in parte, ed altre note positive si vedono dall’andamento mezzo pagan e mezzo etnico di “Evocazione” che proprio per questo andamento riesce a colpirti, mentre le parti presupposte essere più atmosferiche, come quelle di “Black cross” o “Space Omega” non lasciano abbastanza il segno, finendo per risultare nella media di quanto già fatto da altri nomi più noti nel giro.
In conclusione: riconosco ai Parodos la voglia di suonare originali o senza limiti, ma il risultato tra ciò che volevano fare e ciò che in realtà fanno si realizza in un equilibrio un po’ fragile e a volte un po’ scollato, dove solo uno dei generi proposti finisce per essere riproposto degnamente (cosa che succede sempre più spesso tra i dischi post troppo contaminati). In conclusione: ai Parodos diamo un voto che premia il coraggio compositivo, ma che comunque non toglie il fatto che l’album resta qualcosa di perso tra i vari generi musicali, e che deve trovare la propria forma in futuro. Ciononostante, una certa voglia di vederli da live ce l’ho, e probabilmente i fans del pagan metal più atmosferico potrebbero trovare qui pane per i loro denti.
Track by Track
- Prologue - Intro S.V.
- Space Omega 60
- Catharsis 70
- Heart of darkness 70
- Stasima - Intermezzo S.V.
- Black cross 60
- Evocazione 70
- Metamorphosis 65
- Exodus - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl pubblicata il 19.01.2018. Articolo letto 2301 volte.
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