Deinonychus «Ode To Act Of Murder, Dystopia And Suicide» [2017]

Deinonychus «Ode To Act Of Murder, Dystopia And Suicide» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
31.01.2018

 

Visualizzazioni:
1776

 

Band:
Deinonychus
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Titolo:
Ode To Act Of Murder, Dystopia And Suicide

 

Nazione:
Olanda

 

Formazione:
Marco Kehren :: Guitars, Vocals, Bass
Steve Wolz :: Drums
Ulf Theodor Schwadorf :: Keyboards

 

Genere:
Suicidal Doomish Black

 

Durata:
45' 22"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.12.2017

 

Etichetta:
My Kingdom Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un ritorno, una ulteriore conferma. L’ottavo album degli olandesi Deinonychus consiste in un graditissimo ritorno per questa band guidata da sempre da Marco Kehren, e che eccelle ancora una volta nel Doom/Black più funesto, aspro e turpe.
È infatti un’atmosfera grigia e spoglia che ammanta le composizioni di questi tre quarti d’ora musicali, che si possono sentire sin dall’opener “Life Taker”, e però affiancate da parti decisamente più incisive e violente ma mai prive di un certo grigiore che varia sapientemente l’atmosfera. Queste due componenti compositive sono le costanti sonore su cui tutto l’album è incentrato, a cui semmai si aggiungono delle partiture di tastiera quasi barocche a tratti che aumentano più che mitigare l’aura sinistra di canzoni come “The weak have taken the earth”. Proprio questo è un ottimo esempio di quanto i Deinonychus sanno fare, con uno stile spoglio ma anche accattivante, che ammanta le composizioni e che le sottomette a questo sound sia quando i brani sono più tipicamente funeral doom come in “Buried under the frangipanis”, sia quando si punta più sullo stato d’animo dell’angoscia tipico di “Dusk” o dell’inesorabilità di “There is no eden”, ed è incredibile notare come a volte si usano stili musicali rari e ormai poco usati, come la prima metà di “Dead horse”, costituita esclusivamente da un arpeggio e lamenti vocali tipo certi primi My Dying Bride. E dove tantissimi gruppi riuscirebbero solo a comporre una lagna, i Deinonychus con così pochi mezzi riescono a consegnarci una vera litania mortifera che ti schiaccia e ti convince del valore di questa band e di questo disco.
Insomma: se come me siete fan del sound opprimente ma non minimale di gruppi come Dolorian, Betlehem, qualcosa dei My Dying Bride e magari anche certo depressive meno minimale, se vi piace catapultarvi in moods opprimenti e ossessionanti, i Deinonychus fanno per voi, e ovviamente anche questo disco, come del resto la loro discografia, sono molto più che consigliati.

Track by Track
  1. Life Taker 85
  2. For this I silence you 85
  3. The weak have taken the earth 85
  4. Buried under the frangipanis 90
  5. Dead horse 90
  6. Dusk 90
  7. There is no eden 90
  8. Silhouette 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
88

 

Recensione di Snarl pubblicata il 31.01.2018. Articolo letto 1776 volte.

 

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