Basara «Terra Impura» [2017]
Basara
Titolo:
Terra Impura
Nazione:
Italia
Formazione:
Marco Viosi :: Drums
Marco Martini :: Guitars
Josè Incandela :: Vocals
Nicola Marsilio :: Bass
Genere:
Hardcore / Black Metal / Grindcore
Durata:
26' 7"
Formato:
CD
2017
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Con tutta la buona volontà, ma il disco di debutto dei Basara, band grind dal Veneto, Marghera, è un disco onesto di per sé e fatto da quattro ragazzi che si divertono, ma il cui risultato complessivo va ben poco oltre lo status di “fine a sé stesso” per via di una tangibile acerbità del loro sound che si traduce in una mancanza di aggressione quasi endemica.
Infatti, “Terra Impura” viene presentato come mix tra grindcore e punk hardcore (in realtà qui sarebbe presentato anche il black metal, ma io non ci sento un riff che sia uno), e in realtà il riquadro di influenze è quello giusto se ci aggiungiamo anche del crossover thrash, ma il discorso è che di tutto questo non c’è abbastanza e tutto viene rimpiazzato da un indugiare su parti lente o medie ma non molto mosse che annichiliscono l’impatto grind dell’album, e riducendolo a qualcosa che funziona come hardcore nella prima parte dell’album, e che poi va a perdersi ulteriormente nella seconda parte. Certo, dalla seconda alla sesta canzone compresa i Basara pur non spaccando le montagne riescono a svolgere bene il ruolo di musicisti hardcore, ma questa non è una gran cosa se si pensa a quante bands fanno questo genere in maniera più matura e compatta, e così tra riffs strani in “Disagio” e tentennamenti veloci, tra crisi di identità un po’ filler come in “Plagio” e una chitarra a volte fin troppo melodica come in “Blatta”, “Terra Impura” termina dopo appena 26 minuti ma non convince granché.
Insomma: come detto prima infatti “Terra Impura” suona non male come inizio per una band hardcore/crossover punk, ma non è ancora dotata di sufficienti idee e convinzione che consentano a questa band di spaccare. Salverò dalla bocciatura questo band perché qualche spunto di base su cui costruire qualcosa di più personale e potente c’è, ma ciò non toglie che un miglioramento per la prossima release è abbastanza imperativo, per me.
Track by Track
- Il profumo (tributo alla follia) 60
- Lithopedion 65
- Tatsumaki 65
- Semtex nation 60
- American's terrorism part 1 60
- Le mie fertili ceneri 65
- Disagio 55
- The path is carved into the skin 60
- Cellula aploide 65
- Plagio 55
- Blatta 55
- American's terrorism part 2 60
- Seminario del peccato 60
- Hibakusha 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
60Recensione di Snarl pubblicata il 01.02.2018. Articolo letto 1357 volte.
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