Deeper Down «The Last Dream Arms» [2018]
Deeper Down
Titolo:
The Last Dream Arms
Nazione:
Italia
Formazione:
Giuseppe :: Voice, electric and acoustic guitar, piano, synt, drums, all music and lyrics
Luca :: Rhythm, clean guitar
Alessandro :: Violin
Elisa :: Female voice
Roberto :: Bass
Genere:
Doom / Gothic Metal
Durata:
35' 33"
Formato:
CD
28.02.2018
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Disco di debutto per i Deeper Down da Campobasso, che saltano la trafila degli Ep, vanno direttamente al dunque e ci propongono un album non molto lungo ma comunque che va oltre la mezz’ora di ciò che si può definire come Gothic/Doom Metal. E diciamo sin da subito che “The last dream arms” ha molte luci, ma anche molte ombre.
Infatti, l’ascolto dell’album deve fare i conti con una qualità invero modesta, con tutti gli strumenti un bel po’ confusi e specialmente se si parla dei cori, che nel primo brano “The night descends” risultano pasticciati e caotici. Ci rendiamo conto che non stiamo parlando di un disco sotto major, ma resta il fatto che così siamo al di sotto della media. Una volta assorbito questo importante aspetto, la qualità dei brani va e viene e dimostra una band che se si concentra sul genere che fa, come in “The time road”, i risultati ci sono, o come nella bella “The game of shadows” che va a richiamare certi Flowing Tears, ma a questi brani vanno ad accostarsi altri episodi meno riusciti, che dimostrano come i Deeper Down in generale hanno un buon songbook compositivo, ma le cui articolazioni sono legnose e qualche volte succede che gli equilibri della band si starano, andando a finire in una “Silence kills” francamente non molto significativa e senza molto senso logico, o in una title track che insiste troppo sulla coralità del brano e trascura tutto il resto. In generale ci manca un po’ il cambio di marcia all’interno dei brani. I Deeper Down sanno come si fa a non comporre delle lagne di brani spacciate per Gothic/Doom, ma nonostante questo insistono troppo su tonalità ingiallite e senza rilevanti cambi di umore (attenzione: non ho detto “cambi di genere”), che finiscono così per rendere quest’album una buona base, ma ancora un po’ ancorata a luoghi comuni.
Insomma: “The last dream arms” non è il massimo, ma ha di positivo il fatto che qualcosa di buono ce l’ha e poteva essere molto peggio. È facile sbagliare tutto in un genere come questo, renderlo troppo pomposo, troppo gothic o troppo doom, troppo moscio, lagnoso eccetera, e sotto questo punto di vista i Deeper Down se la sono cavata, ma il songwriting loro può essere più sicuro di sé, più vario e meno monodirezionale. Speriamo dunque per il futuro. Nel frattempo, se gruppi come i My Shameful, gli Anathema più decadenti o i My Dying Bride più grezzi sono ciò che vi piace ascoltare, l’ascolto di questo disco può essere una bella boccata d’aria.
Track by Track
- The night descends 55
- The time road 70
- The last dream arms 65
- Silence kills 55
- The game of shadows 70
- The persistence of memory 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
65Recensione di Snarl pubblicata il 24.02.2018. Articolo letto 1206 volte.
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