Deaf Autumn «The Shape» [2018]
Recensione
Oggi meglio identificati sul genere rock core e alternative rock, con questo “The Shape”, i Deaf Autumn giungono oggi al secondo traguardo proponendo sonorità moderne ricche di elementi strutturali che si abbracciano, per le ritmiche decise e ben realizzate, ad andature miste altrettanto brillanti. La band si dà ben da fare realizzando, anche grazie all’uso di un synth che tende mai a non strafare, delle singolari melodie ottimamente collimanti con la parte cantata. Dunque molta carica ci viene proposta da questi dieci brani ma allo stesso tempo anche passaggi più orientati sempre sul rock alternativo con qualcosa di nu metal ed heavy carichi pur sempre di pathos in alternanza a momenti meno intesi. Il cantato è proposto in un misto tra scream e clean, come è in sostanza caratteristico per generi come questo, e sa ben trasmettere all’ascoltatore tutta la propria espressività. Punto forte del lavoro dunque sono, come sopra accennato, le melodie che si mischiano alla potenza dei brani per lasciare una piacevole soddisfazione. I brani migliori si riconoscono nell’opener “I Won’t Run Away” che sin da subito presenta un quadro ritmico semplice e interessante per i suoi passaggi che vanno comunque ad alternarsi con altri meno propositivi e più riflessivi; “A Thousand Broken Heart”, per le brillanti melodie che lo caratterizzano insieme ad una indiscussa dose di alternative rock unificata al ritornello cantato; dai toni in apertura più oscuri è “The Shape”, pronta di seguito ad orientarsi per una incredibile grinta appoggiata da un cantato sempre in modalità alternata tra clean e scream; molto attraente è anche “Getting Worse”, ma per la struttura compositiva e il relativo sound; “Set No Evidence”, in ogni caso sulla stessa linea compositiva dei precedenti ascolti ci conduce al conclusivo e pacato “Till The End”, quasi una ballad, che nella sua seconda parte, intensifica i toni clean in favore di qualcosa di più intenso all’interno della propria struttura ritmica molto pacata. Un disco forse più maturo dell’esordio di qualche anno fa, più ricco di idee e probabilmente più intenso nei contenuti.
Track by Track
- S.O.S. S.V.
- I Want Run Away 75
- Over Me 70
- A Thousand Broken Hearts 75
- The Shape 75
- Without A Shelter 70
- Getting Worse 75
- Love Pretender 65
- Set No Evidence 70
- Till The End 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Wolverine pubblicata il 03.03.2018. Articolo letto 1723 volte.
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