Ophe «Litteras Ad Tristia Maestrum Solitude» [2018]

Ophe «Litteras Ad Tristia Maestrum Solitude» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
12.03.2018

 

Visualizzazioni:
2222

 

Band:
Ophe
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Titolo:
Litteras Ad Tristia Maestrum Solitude

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Bargnatt XVIII :: all instruments and lyrics
Val Dorr :: sax

 

Genere:
Avantgarde Black Metal

 

Durata:
34' 56"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
16.02.2018

 

Etichetta:
My Kingdom Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Scusate ma per me il disco di debutto di Ophe, side project di Bargnatt XIX dei francesi Omrade, proprio non funziona. Presentato come un disco Black Metal avantgarde e sperimentale, “Litteras...” si rivela ben presto essere qualcosa di perlopiù inintelligibile sia nel suono che negli intenti.
Basta poco dell’opener “Somnum sempiternum” a capire che il songwriting di Ophe è strutturato e da capire, ma nonostante questo, incredibilmente, il sound dell’album permette di sentire solo 3 cose: batteria (o drum machine, ni capisce bene cosa sia), voce e, quando c’è, il sassofono, che però è suonato spessissimo in maniera disarmonica. Il resto sta in sottofondo per usare un eufemismo: devi impegnarti a fondo per capire cosa stia suonando la chitarra, e il basso è a metà tra l’incomprensibile e l’inesistente.
Questo è “Litteras ad tristitia...”, purtroppo: un casino sonoro. Ed è anche, purtroppo, un casino sonoro che pecca di pretenziosità, perché in l’album è occupato per due brani (cioè un terzo della durata, quasi) da degli intermezzi fin troppo lunghi e ripetitivi dei quali onestamente non se ne sente il bisogno. Per questo motivo le canzoni sono quasi impossibili da descrivere, visto che il sound insufficiente le fa suonare proprio male, con solo la prima che incuriosisce un po’ nel caos sonoro, mentre la terza e la quarta canzone suonano incomprensibili, con una forzata chiusura a sfumare del terzo brano, e con la quarta canzone che è semplicemente più di 10 minuti di cacofonia, accompagnata da momenti davvero da grattacapo come a 7 minuti.
In conclusione: mi spiace ma “Litteras...” per me non è un buon disco. Massimo rispetto per la My Kingdom Music e per gli Omrade, ma lo ripeto: questo disco è un casino sonoro incomprensibile. Senza rancore.

Track by Track
  1. Somnum sempiternum 60
  2. Decem vicibus 55
  3. XVIII 50
  4. Missive amphibologique d'une adynamie à la solitude 50
  5. Cadent - Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 20
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 50
Giudizio Finale
54

 

Recensione di Snarl pubblicata il 12.03.2018. Articolo letto 2222 volte.

 

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