Abysmal Grief «Blasphema Secta» [2018]

Abysmal Grief «Blasphema Secta» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.03.2018

 

Visualizzazioni:
2014

 

Band:
Abysmal Grief
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Titolo:
Blasphema Secta

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Lord Alastair :: Bass
Lord of Fog :: Drums
Regen Graves :: Guitars, Synthesizers, Songwriting
Labes C. Necrothytus :: Keyboards, Vocals

 

Genere:
Doom Metal

 

Durata:
45' 27"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
13.01.2018

 

Etichetta:
Sun & Moon Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

In questi ultimi anni gli Abysmal Grief hanno avuto una crescita praticamente esponenziale riguardo a pubblico e consensi. Beninteso: non che prima non fossero noti nell’underground, ma da questi ultimi anni a questa parte c’è stato un vero salto verticale di visibilità, che li ha portati a fare ancora più concerti sparsi in Italia e non solo, oltre che questo “Blasphema Secta”, il loro quinto album molto atteso, anche a seguito del grandioso precedente “Strange rites of evil”. E purtroppo, questo “Blasphema Secta” per me è un po’ inferiore.
In realtà non c’è nulla che non va in “Blasphema Secta”: questo disco infatti non punta ad un approccio violento e dissacrante come in molti brani della loro discografia appena recente, quanto piuttosto a un mood macabro tramite una sezione ritmica non molto veloce ma inamovibile, e da delle tastiere che rendono le partiture tesissime in ogni singolo riff. Questo è il mood generale dell’album, anche se si notano potenti cambi di tempo che variano sapientemente l’atmosfera, come nella lunga ma notevole opener “Behold the corpse revived”, o nella migliore del lotto “Ruthless profaners”, che inizia in uno stile molto alla primi Death SS, per poi evolvere in una litania straziante in tipico stile Abysmal Grief. E allora perché “Blasphema secta” è secondo me inferiore a “Strange rites of evil”? Perché personalmente i veri pregi di quest’ultima opera finiscono un po’ qua. A parte infatti un intro e un intermezzo un po’ troppo voluminosi e non troppo opportuni, è la morbosità ostinata dei brani che per me risulta attutita, qui rimpiazzata da un mood più tetro che violento, del quale ne apprezzo la scelta, ma secondo me funziona un po’ di meno. E infine, gli AG in quest’album per me sprecano qualche potenzialità, come ad esempio il primo riff di “Witchlord”, che poteva e doveva dare di più. E che invece finisce per fare una canzone invero un po’ nella media.
In conclusione: vogliamo fare che il precedente disco era un capolavoro, e quindi l’album successivo per buono che sia viene comunque adombrato? Può essere. Ma nonostante questo, il valore degli Abysmal Grief è confermatissimo.

Track by Track
  1. Intro – the occult lore S.V.
  2. Behold the corpse revived 80
  3. Maleficence 75
  4. Witchlord 70
  5. When darkness prevails - Intermezzo S.V.
  6. Ruthless profaners 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Snarl pubblicata il 18.03.2018. Articolo letto 2014 volte.

 

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