HeavenBlast «Stamina» [2018]
Recensione
Terzo album per la seminale band da Chieti Heavenblast, che con questo “Stamina” ritorna sulle scene dopo ben 11 anni di silenzio discografico, e lo fa con un album che mixa in maniera stupefacente il Power Metal da cui sono partiti col il Progressive, praticamente predominante, con influenze estranee al metal come il rock, sia leggero che non, e perfino certo AOR.
Se state pensando a una versione dei Pain of Salvation in versione più tipicamente Metal, più o meno ci siete. “Stamina” è un album che semplicemente ti lascia interdetto per l’estrema eccentricità della musica che rimane pur sempre perfettamente collegata, che parte da un substrato più o meno Power, e poi ha i brani che possono continuare dove gli pare, siano le influenze sfacciatamente estranee al metal come in “Sinite Parvulos venire ad me”, sia in blastbeats col growl contenuti nella stessa canzone! E se non bastasse, aggiungeteci una “Don’t clean up this blood” che prima comincia in maniera molto corale e poi prosegue in pura furia rockeggiante, per terminare verso il metal in quella conclusiva. E tutto questo tenendo conto di ritornelli come quello di “Purity” che stranamente si chiudono invece di aprirsi ma il brano non ne risente, o nella melodia scomposta di “We are state” o della più diretta (si fa per dire) “Alice in Psychowonderland”. Tanto per fare qualche esempio delle bizzarrie stranissime ma invero riuscite che ammantano tutti e 41 e mezzo i minuti. Si arriva alla fine dell’album semplicemente basiti. Normalmente, in quest’epoca di post produzioni col pro-tools e tecnicismi inutili, è facile fare un album spacciato per tecnico o per Progressive ma che invece risulta fatto con molti fronzoli, appesantito, direi. E invece incredibilmente “Stamina” suona spontaneo, suona come un mix di cose apparentemente non compatibili che invece vengono collegate con un risultato talmente fluido che non te ne accorgi se non quando questi cambi di genere avvengono. Come un superalcolico che non sembra neanche così pesante, ma che ti accorgi che ti ha suonato alla grande solo quando ormai sei già totalmente cotto.
Tutto perfetto? Io direi di sì. E allora per qual motivo non c’è un voto altissimo là sotto? Semplice: a voler essere fiscali un piccolo difetto c’è, ed è l’estrema cerebralità della proposta musicale. È ovvio che questo tipo di musica è molto sofisticato e dettagliato come i suoi fan, eppure forse non utilizzando momenti più canonici o lineari, forse si preclude la possibilità di far avvicinare nuovi fans. In altre parole, “Stamina” è un album potente, estremamente ben fatto e mind challenging, e fin qua niente di male, ma questa cerebralità del prodotto quasi non lascia respiro né momenti dove la musica si rilassa un po’ per trattare un po’ meglio l’ascoltatore non così avvezzo. Questo più che un difetto può essere visto come una caratteristica dell’album, ed indubbiamente lo è, tuttavia se gli Heavenblast dimostrassero di saper sbancare e spiazzare tutto anche usando soluzioni stilistiche più canoniche, per me avrebbero un ottimo plusvalore.
In conclusione: “Stamina” è un disco per gli amanti del Prog, del Power e di chi non ce la fa a sentire un solo genere musicale di continuo. È un disco cerebrale e divertente, ma anche impegnativo e sfuggente, per palati davvero sofisticati e forse anche per questo un po’ settoriale, ma così è stato anche il metal di una volta.
Track by Track
- Mind Intruders - Intro S.V.
- Purity 80
- Alice in psychowonderland 80
- We are state 75
- The rovers 75
- Don't clean up this blood 85
- Sinite parvulos venire ad me 85
- S.T.A.M.I.N.A 80
- Canticle of the hermit 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 90
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
80Recensione di Snarl pubblicata il 09.04.2018. Articolo letto 1625 volte.
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