dDrop «dDrop» [2018]
Recensione
Il connubio rap rockcore-metal, è sempre stato nell’ambito della scena underground nazionale un fenomeno apprezzato tra alti e bassi soprattutto per coloro che sono da sempre cresciuti a pane e Slayer, Testament, Caracass, Entombed e via dicendo all’infinito tra cui chi scrive questa recensione. Il rapcore misto a rock e metal, era già stato un esperimento effettuato al tempo anche tra gli italianissimi Articolo 31 con gli Extrema che insieme, nel lontano 1998, dettero vita all’Ep “Vai Bello”, con un riscontro positivo da parte della critica grazie all’aggressività e annessa potenza sonora sviluppata soprattutto dalla seconda band citata. L’esordio dei ferraresi Ddrop si rivela oggi un disco positivo ma soprattutto coraggioso, tenuto conto che nel nostro paese il rapcore è un genere non proprio gettonatissimo; inoltre, se si considera che nei contenuti di questo disco di metal non c’è molto a parte qualche sporadico passaggio in sottofondo con ritmica molto easy pregna di effetti che dà, come tipicamente richiesto dal genere, massima prevalenza al cantato in forma critica, e con ben poca corrente elettrica sparata tra le corde. Gli undici effettivi brani, tolto l’intro, offrono complessivamente un quadro soddisfacente tenuto conto che la musica si appoggia in diversi passaggi su assetti più pop rap e con tendenze al rock alternativo ed indubbiamente, il richiamo forse più metal di tutto il lavoro ricade in “Disagio”, dove il rigoroso cantato in lingua madre, dedito a problematiche sociali, prevale al massimo sugli alternati groove di sottofondo; “R.E.D.”, un altro brano che richiama la parte più ruvida del metal in apertura, una ritmica che ben presto viene sostituita da elettronica e dal classico rap mai troppo cattivo ma molto espressivo e ben calato nella parte. I rimanenti brani, comunque ben disposti e cantati, rappresentano in sostanza quello che è il vero spirito rap, ma ad avviso di chi scrive, racchiudono scarni o quasi assenti passaggi rock alternative e metal in favore di un qualcosa che in ogni caso anima al meglio lo spirito di questa band e il proprio personale modo di fare musica.
Track by Track
- Intro S.V.
- Wolf 60
- Intimo Massacro 60
- R.E.D. 65
- Dammi La Verita' 60
- X-Files 60
- Mors Tua 60
- Disagio 65
- Neworld 60
- Carne Cruda 60
- Burnout 60
- Nu Violence 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
61Recensione di Wolverine pubblicata il 29.04.2018. Articolo letto 1055 volte.
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