Third Island «Omelas» [2018]
Third Island
Titolo:
Omelas
Nazione:
Irlanda
Formazione:
- Liam O'Connor :: Guitars, Vocal;
- John Quill :: Guitars, Vocals;
- Seamus Quaid :: Bass, Backing Vocals;
Genere:
Doom / Post-Metal
Durata:
47' 8"
Formato:
CD
01.04.2018
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dall’Irlanda, i Third Island ci presentano questo disco di debutto a base di post doom metal intitolato “Omelas” all’interno del quale, in poco più di quarantacinque minuti di ascolto, sette brani danno l’impressione più che di un lavoro incentrato sull’essenza del genere predetto, su un insieme di canzoni venute alla meglio, tra sonorità doom ma anche su posizioni musicali particolarmente statiche che a detta di chi scrive paiono in linea con il genere sino ad un certo punto. In ogni caso dando per buona quella che potrebbe essere un’influenza ispirata a band quali Neurosis, Cult Of Luna ma anche Masodon, la band concentra le proprie energia su un assetto strutturale dei brani particolarmente ruvido, con richiami anche grunge. Quindi, se il sound che ben possiamo definire quasi di gusto, tenendo conto anche di profili atmosferici, quasi sentimentali, la parte cantata, al contraio, pare andare sin troppo per conto suo tra un clean e un ruvido scream dall’effetto poco lodevole. I brani complessivamente, sulla scorta di quanto sopra detto, si orientano su un qualcosa di personale mai al di fuori dal contesto del doom i cui suoni si rivelano in qualche punto decisamente melodici. Se con “Omelas” la band si mette in evidenza tra andature lente ma non prive di post rock e immancabili sonorità distorte, con i successivi “The City” e “Procession”, emerge il lato più sensibile con l’inserimento di contorni più melodici, mentre su “The People”, si percepisce un’apertura quasi fuori luogo, dai contorni quasi pop, poi ripresa da un potente distorto e rimessa in linea con i precedenti ascolti, su “Locked Away”, a penalizzare in parte il brao è la parte cantata in clean decisamente inappropriata e tonalmente addirittura poco in linea. Con “Visitors” e il conclusivo “The Ones Who Walk Away”, si assiste forse all’espressività più diretta in favore del doom resi sempre poco realistici dal clean. Un disco di debutto che indubbiamente presenta diverse falde da ripristinare ma che complessivamente dà spunto per dire che questa band può fare molto di più anche grazie all’indiscussa dose di convinzione che la caratterizza.
Track by Track
- Omelas 60
- The City 55
- Procession 55
- Locked Away 50
- The People 55
- Visitors 60
- The Ones Who Walk Away 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 60
- Tecnica: 55
Giudizio Finale
57Recensione di Wolverine pubblicata il 22.05.2018. Articolo letto 1219 volte.
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