Obsolete Theory «Mudness» [2018]
Recensione
Cosa dire di questo disco d’esordio degli Obsolete Theory? Fantastico. Un unico aggettivo che racchiude in sé l’essenza di questo lavoro. E’ difficile giungere subito alle conclusioni quando si ascolta generalmente un album di debutto e ciò perché molto, ma molto spesso, può racchiudere delle falde o qualcosa che magari ci fa storcere il naso oppure si rileva come risultato di una produzione mal riuscita. Qui non ci troviamo di fronte a queste problematiche ma ad un esordio semplicemente unico. Il black metal racchiuso in questo “Mudness”, di cui la band ci rende spettatori, è particolarmente atmosferico racchiudendo in sé anche numerosi contesti doom, post black e death metal. Al di là di una esemplare registrazione presso gli studi norvegesi di Crosound a Bergen, il lavoro è composto da cinque tracce particolarmente lunghe ma decisamente varie nei contenuti, sia sotto il profilo strutturale che a livello tematico tenendo conto si affrontano prevalentemente tematiche di esoterismo, misticismo e psicosi umana. Andature dunque diversificate ma prevalentemente moderate forgiate tra refrain di chitarra e motivi particolarmente affabili, mistici ed oscuri ricchi di pathos e di emotività. L’ascolto del disco offre un’emozione dietro l’altra se si considerano anche gli assetti più protesi che spaziano dal doomish unificato al post black metal. Se la lunga apertura introduttiva di “Salmodia III” si rileva uno dei brani più schietti del lavoro sia per le sue tendenze più oscure ma anche ritmicamente moderate, la splendida “Six Horses of Death” parte forte e acerba come non mai grazie sia alla splendida potenza del sound che dall’ottimo connubio che scaturisce dalla miscela del doom post black da assaporare dall’inizio alla fine; L’intensità non cala neanche con l’arpeggio di “Dawn Chant” uno splendido motivo dal quale emerge non più lo scream acerbo ma un clean quasi offuscato che sembra crescere sempre di più per non perdere le proprie palesi origini e tendenze; l’andatura molto moderata offre uno splendido lavoro in moderazione frutto di esperti e non dilettanti. “Siriu’s Blood” apre uno scenario terrificante steso su un soffuso tintinnio atmosferico per poi svelarci ed inebriarci nuovamente tra una splendida soluzione compositiva oscura ma mai confusionaria; a chiudere questo splendido lavoro “The God With Crying Mask”, altro intenso doomish black lento ma tagliente e splendidamente concepito. Un disco dai contenuti ottimi da avere senza il benché minimo dubbio.
Track by Track
- Salmodia III 85
- Six Horses Of Death 85
- Dawn Chant 85
- Sirius’ Blood 85
- The God With The Crying Mask 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
84Recensione di Wolverine pubblicata il 01.06.2018. Articolo letto 2430 volte.
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