We Have The Moon «Till The Morning Comes» [2018]
Recensione
Dopo alcuni concerti e un po’ di discografia minore, i We Have the Moon da Bologna arrivano al loro primo album, che consiste in poco più di mezz’ora di 8 canzoni più intro, outro e intermezzo che ci parla di come questi ragazzi fanno i loro party, e che musicalmente definiscono come Electronicore, Partycore e Metalcore sulla loro pagina facebook. E questo all’atto pratico si traduce come quel tipo di metalcore che di “metal” non ha praticamente niente, con moltissimi synth, le chitarre in secondo piano, tempi medi o lenti, moods che vanno spesso in maggiore, e voci che quando sono pulite non si vergognano di usare l’autotune in quantità. Se state pensando agli Attack Attack, avete capito di cosa stiamo parlando. Chiaramente, una musica così ha poco o nulla a che fare col metal, che invece si rifà al punk e al metalcore più orecchiabile.
Il discorso che penalizza ottima parte di quest’album, purtroppo, è la poca distinguibilità delle canzoni, a mio avviso, che rendono “Till the morning comes” un blocco quasi unico di soluzioni fin troppo orecchiabili e addirittura zuccherose a volte, che finiscono per stuccare in bocca più che piacere. Per questo motivo “Till the morning comes” stufa dopo un po’. Certo, ha il tiro e la timbrica, ma non ha energia. Punta troppo sull’orecchiabilità ed esagera da questo punto di vista, rendendolo fin troppo poco longevo e decisamente prevedibile sin dal secondo ascolto, se non prima. E tutto questo, non dimentichiamolo, in un album dove i brani veri e propri non raggiungono i 28 minuti di durata, confermando che il songwriting dei WHTM ha bisogno di più sostegno e di idee, visto che alla mezz’ora i nostri ci arrivano col fiatone.
In conclusione: “Till the morning comes” non è un album che non consiglio perché “non è metal old school” o cose del genere, ma perché le sue idee sono secondo me troppo poche, derivative e alla lunga anche decisamente blande, non energiche. Sinceramente, si può fare di più.
Track by Track
- Y.D.S.U.Y.S. - Intro S.V.
- Till the morning comes 60
- Killer party 55
- Definitely not a serenade 55
- The Score 0-3 55
- 02.00 AM Pasta Break - Intermezzo S.V.
- Unreasonable 55
- This Is What We Love The Most 50
- Lovely Lights 60
- A Ghost Friend Of Mine 55
- Bedtime - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
56Recensione di Snarl pubblicata il 17.06.2018. Articolo letto 1486 volte.
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