Chronosfear «Chronosfear» [2018]

Chronosfear «Chronosfear» | MetalWave.it Recensioni Autore:
reira »

 

Recensione Pubblicata il:
25.07.2018

 

Visualizzazioni:
1824

 

Band:
Chronosfear
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Titolo:
Chronosfear

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Filippo Tezza - Vocals
Eddie Thespot - Guitars
Davide Baldelli - Keyboards
Xavier Rota - Bass
Michele Olmi - Drums

 

Genere:
Power Metal

 

Durata:
56' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2018

 

Etichetta:
Undeground Symphony Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Chronosfear, o per lo meno la base di ciò che sono, nascono nel 2003. La line up, a parte Michele Olmi (drums), si è completamente modificata fino a trovare una vera e propria stabilità tra il 2015 e il 2016, finalmente. Nonostante queste difficoltà, il gruppo ha saputo produrre un disco molto piacevole, ricco di influenze nell'ambito del power metal più o meno attuale.
Quasi un'ora di album che racchiude undici pezzi abbastanza variegati e piuttosto attuali, vediamo quindi di che stiamo parlando.
Iniziamo con Clockworks, un'intro di circa due minuti che apre maestosamente le danze; The Gates of Chronos mi ha ricordato i Sonata Arctica di Full Moon, la melodia è orecchiabile, energica e in pieno stile sinfonico. Symphonies of the Dreamscape untold ha un sound più accattivante, sviluppata in maniera articolata, qui l'aspetto heavy risalta.
The Last Dying Ember è puro power: belli i cori che rinforzano il ritornello e danno quel tocco in più. Of Dust and Flowers ha un sapore leggermente anni ottanta inizialmente, ma non lasciamoci ingannare perché è uno dei brani con l'interpretazione vocale migliore, profonda e complessa a tratti, ma veramente una perla.
Faces è perfetto live perché mi fa immaginare la folla che si scatena; Innocent and Lost è una bella ballad, interpretata con passione al di là della pura tecnica, apprezzabile nella sua completezza. The Ascent riprende in velocità, nuovamente interessanti i cori e in generale lo sviluppo vocale con l'interpretazione di alti livelli, mi ha ricordato i Kamelot. Time of your Life è una song che ha un potenziale notevole su un palco, come è giusto che sia: equilibrio perfetto tra musica, power metal e intensità. E' con Revelations che la band mi ha conquistata, altro brano che reputo una chicca che mostra appieno la capacità di chi ci mette cura e talento in ciò che fa, soprattutto in ambito complesso come quello legato all'arte (per noi, musica). Homeland conclude il tutto: una sorta di ballad, soffusa e malinconica che viene supportata dal piano.
Credo che questo Chronosfear sia un lavoro ben fatto sotto tanti punti di vista.
Sicuramente si percepiscono le origini, i vari gruppi che hanno "contaminato" la musica di questi ragazzi, ma non lo vedo come un punto a sfavore. Il power metal è pieno di cliché e di elementi comuni, l'importante è tenere salda la propria identità.
In questo, a parte piccoli accenni di somiglianza, credo che i Chronosfear siano riusciti bene e con onore.
Consiglio questo lavoro a chi ama il genere e a tutti coloro che vogliono ascoltare qualcosa suonato bene.

Track by Track
  1. Clockworks S.V.
  2. The Gates of Chronos 80
  3. Symphonies of the dream untold 80
  4. The last dying ember 80
  5. Of Dust and Flowers 85
  6. Faces 80
  7. Innocent and Lost 80
  8. Time of your life 80
  9. Time of your life 80
  10. Revelations 85
  11. Homeland 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

Recensione di reira pubblicata il 25.07.2018. Articolo letto 1824 volte.

 

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