Recensione

Poco più di mezz’ora: tanto basta agli Human Colonies (che credo essere un po’ di Firenze e un po’ di Bologna) per convincerci, con quello che dovrebbe essere il loro primo full length, di ciò che sanno fare. Nella fattispecie, alternative noise post rock. Forse.
L’ascolto di “Midnight Screamer” infatti è molto strano: si tratta di una musica che ha la caratteristica di andare spesso in maggiore, di suonare sorniona e ipnotica, ma anche perfettamente a metà tra il confuso e il sognante, con un effetto tangibile sin dalla prima “Shiny bones”, passando per la leggermente più rock title track fino alla decisamente stoner “Jet”, passando per il noise di “Kerosene”, la sognante “Bubblegum” fino alla fitta nebbia che attanaglia le canzoni conclusive, dall’effetto incredibilmente straniante. Come se gli Human Colonies ti forzassero ad ascoltare il disco in una determinata condizione dalla quale non puoi sottrarti, mentre intanto loro snocciolano le loro canzoni dalle pesanti distorsioni, che a volta sembrano fare il verso a Paul Chain e altre volte ai Pavement, anche se in certe occasioni come l’ultima canzone non mancano di sorprendere l’ascoltatore, spiazzandolo con un mood più pulito e leggermente più terso, sottolineando come gli Human Colonies con i loro strumenti ci fanno esattamente ciò che vogliono, dominando le atmosfere invece che subirle tramite l’effetto di qualche pedale. Consigliabile per gli amanti di shoegaze e affini.

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