Armonite «And the Stars Above» [2018]
Recensione
Con un genere che va quasi al di là dei normali canoni che questa web magazine è solita trattare, gli Armonite, ufficialmente formati nel 1999 ed il cui definitivo assetto è del 2015, offrono, attraverso il suono di orchestrazioni ma soprattutto di basso, violino e percussioni, un rock di matrice progressive prevalentemente acustico e strumentale così presentandoci il nuovo “And The Stars Above”, un lavoro capace di attribuire nell’ascoltatore una sorta di buon umore e fiducia attraverso l’ascolto di partiture moderate inevitabilmente ricche e fantasiose nei contenuti. La band, forte in ogni caso di una buona preparazione musicale alle spalle, nel corso degli ufficiali dodici brani proposti a cui vanno ad aggiungersi due bonus tracks, realizza quanto di più realistico e piacevole possa offrire; l’excursus accompagna l’ascoltatore, in poco più di tre quarti d’ora di ascolto, in un contesto quasi parallelo rispetto alla realtà quotidiana lasciando spaziare tra il suono del violino ed andature progressive di basso e batteria in sottofondo, oltre ad uno sporadico e raro clean femminile comparso in qualche brano, un viaggio attraverso una dimensione sconosciuta fatta di effetti, ritmiche inaspettate e, come già sopra accennato, di sonorità prevalentemente acustiche a cui va ad aggiungersi qualche effetto più diretto con l’inevitabile apporto dell’elettronica. Il contenuto del disco potrebbe tranquillamente associarsi ad un qualcosa di paragonabile a musica da camera, con la differenza che in questo contesto la band ripercorre al meglio passaggi maggiormente coinvolgenti senza mai indurre l’idea della noia o della distrazione. Immancabile anche il suono del pianoforte, spesso malinconico ma di fatto mai lasciato troppo in balia di sé stesso, inebriato al meglio da motivi di batteria e immancabilmente di violino. Tirando le somme, il disco, nella sua natura rock prog di base, immancabilmente ci offre l’opportunità di apprezzarne positivamente il contenuto associando il tutto in un contesto che in ogni caso sfiora appena le argomentazioni stilistiche da noi solitamente trattate.
Track by Track
- The March of the Stars 65
- Next Ride 65
- District Red 60
- Plaza De Espana 65
- Clouds Collide 60
- Blue Curacao 60
- By Heart 65
- Freaks 65
- By the Waters of Babylon 65
- The usual drink 65
- What's the Rush 65
- Ghosts 60
- A Playful Day (for Strings Quartet) 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
64Recensione di Wolverine pubblicata il 20.08.2018. Articolo letto 755 volte.
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