Balt Huttar «Trinkh Met Miar» [2018]
Balt Huttar
Titolo:
Trinkh Met Miar
Nazione:
Italia
Formazione:
- Jonathan Pablo Berretta :: Voice and Whistles;
- Ilaria Vellar :: Diatonic Button Accordion and Voice;
- Mattia Pivotto :: Guitars, Irish Bouzouki, Bodhran, Whistles and Choirs;
- Nicola Pavan :: Bass Guitar;
- Federico Rebeschini Sambugaro :: Drums and Percussions;
Genere:
Cimbrian Folk Metal
Durata:
48' 50"
Formato:
CD
Recensione
Quando il folk metal lascia il segno si sente e non poco; a darcene un esempio reale, dinamico e festaiolo sono i vicentini Balt Huttar all’esordio con questo “Trinkh Met Miar” con il quale si dilettano attraverso un sound tipicamente folk metal lasciando apprendere al meglio la natura, gli usi e le consuetudini del popolo dei Cimbri e immancabilmente della propria terra natia. Ciò che indubbiamente caratterizza il lavoro al di là del buon contenuto dei brani, è la forte convinzione della band su questo progetto che inavvertitamente lascia trasudare nota dopo nota tutta la propria personalità e l’immancabile passione che li lega alla propria area geografica d’origine. Il clima in ogni caso è tipicamente coinvolgente, festoso, ricco di iniziativa; attraverso il sound tipico del genere, ritmiche ben studiate tra distorti contenuti, organetti e quant’altro mettono sin da subito di buon umore. La band, ispirata dalla musica popolare tedesca e scandinava, non tarda ad omaggiarci attraverso ritmiche intense e compatte mostrando al meglio tutto il proprio potenziale; le tredici tracce del disco, di varia e diversificata intensità, non tardano a mettersi in evidenza a cominciare dall’effettiva opener del disco “Dating A Witch”, preceduta da un intro, che mette in evidenza sin da subito la natura e l’annessa capacità della band a coinvolgere appieno l’ascoltatore nei suoi motivi festosi e divertenti, compatti e dinamici; “Trink Bain Trink” ricorda molto Tom Angelripper alle prese con i numerosi album usciti con il suo progetto parallelo degli Onkel Tom. A rendere sempre festosa la scena è l’immancabile organetto su cui si appoggiano sia corali che ritmiche compatte e potenti passaggi metal come accade in “Another Drinking Song”. Il potenziale della band non cessa neanche nei successivi brani dove meritano essere ricordati “Tzimbar Baip” e la splendida “Living Fast” all’interno della quale emerge al meglio il potenziale della band tra folk e metal con alternanze tra violino e fisarmonica e con momenti più o meno diretti; “Main Liibe Perg”, cantata in lingua italiana, offre uno scenario inizialmente malinconico per poi offrire una suggestiva soluzione ritmica; i rimanenti “Khriighenacht Boarspill”, “Khriighenacht” e “Bill Kheeran Dar Balt” , quest’ultima con la sua suggestiva narrazione iniziale supportata da un flauto, rievocano non poco lo spirito e l’ideale che ha insita questa band nel sentire appieno le proprie origini riuscendo a coinvolgere anche ascoltatori ignari di splendidi scenari e paesaggi fatti di festa, poesia e di storie tramandate; un disco ben riuscito che non tarderà a conquistare il cuore di fan appassionati di epic e folk metal.
Track by Track
- Liid Dar Tzimbarn S.V.
- Dating a Witch 80
- Trink Bain,Trink 80
- Another Drinking Song 75
- Bar Zeinan Noch Hia 70
- Tzimbar Baip 75
- Tantzasto Met Miar 75
- Tzimbar Tantze S.V.
- Living Fast 80
- Maine Liibe Perg 75
- Khriighenacht Boarspill S.V.
- Khriighenacht 65
- Bill Kheeran Dar Balt 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 85
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
76Recensione di Wolverine pubblicata il 31.08.2018. Articolo letto 2140 volte.
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