Balt Huttar «Trinkh Met Miar» [2018]

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
31.08.2018

 

Visualizzazioni:
2140

 

Band:
Balt Huttar
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Titolo:
Trinkh Met Miar

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Jonathan Pablo Berretta :: Voice and Whistles;
- Ilaria Vellar :: Diatonic Button Accordion and Voice;
- Mattia Pivotto :: Guitars, Irish Bouzouki, Bodhran, Whistles and Choirs;
- Nicola Pavan :: Bass Guitar;
- Federico Rebeschini Sambugaro :: Drums and Percussions;

 

Genere:
Cimbrian Folk Metal

 

Durata:
48' 50"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2018

 

Etichetta:
Areasonica Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
La Suburbana
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Recensione

Quando il folk metal lascia il segno si sente e non poco; a darcene un esempio reale, dinamico e festaiolo sono i vicentini Balt Huttar all’esordio con questo “Trinkh Met Miar” con il quale si dilettano attraverso un sound tipicamente folk metal lasciando apprendere al meglio la natura, gli usi e le consuetudini del popolo dei Cimbri e immancabilmente della propria terra natia. Ciò che indubbiamente caratterizza il lavoro al di là del buon contenuto dei brani, è la forte convinzione della band su questo progetto che inavvertitamente lascia trasudare nota dopo nota tutta la propria personalità e l’immancabile passione che li lega alla propria area geografica d’origine. Il clima in ogni caso è tipicamente coinvolgente, festoso, ricco di iniziativa; attraverso il sound tipico del genere, ritmiche ben studiate tra distorti contenuti, organetti e quant’altro mettono sin da subito di buon umore. La band, ispirata dalla musica popolare tedesca e scandinava, non tarda ad omaggiarci attraverso ritmiche intense e compatte mostrando al meglio tutto il proprio potenziale; le tredici tracce del disco, di varia e diversificata intensità, non tardano a mettersi in evidenza a cominciare dall’effettiva opener del disco “Dating A Witch”, preceduta da un intro, che mette in evidenza sin da subito la natura e l’annessa capacità della band a coinvolgere appieno l’ascoltatore nei suoi motivi festosi e divertenti, compatti e dinamici; “Trink Bain Trink” ricorda molto Tom Angelripper alle prese con i numerosi album usciti con il suo progetto parallelo degli Onkel Tom. A rendere sempre festosa la scena è l’immancabile organetto su cui si appoggiano sia corali che ritmiche compatte e potenti passaggi metal come accade in “Another Drinking Song”. Il potenziale della band non cessa neanche nei successivi brani dove meritano essere ricordati “Tzimbar Baip” e la splendida “Living Fast” all’interno della quale emerge al meglio il potenziale della band tra folk e metal con alternanze tra violino e fisarmonica e con momenti più o meno diretti; “Main Liibe Perg”, cantata in lingua italiana, offre uno scenario inizialmente malinconico per poi offrire una suggestiva soluzione ritmica; i rimanenti “Khriighenacht Boarspill”, “Khriighenacht” e “Bill Kheeran Dar Balt” , quest’ultima con la sua suggestiva narrazione iniziale supportata da un flauto, rievocano non poco lo spirito e l’ideale che ha insita questa band nel sentire appieno le proprie origini riuscendo a coinvolgere anche ascoltatori ignari di splendidi scenari e paesaggi fatti di festa, poesia e di storie tramandate; un disco ben riuscito che non tarderà a conquistare il cuore di fan appassionati di epic e folk metal.

Track by Track
  1. Liid Dar Tzimbarn S.V.
  2. Dating a Witch 80
  3. Trink Bain,Trink 80
  4. Another Drinking Song 75
  5. Bar Zeinan Noch Hia 70
  6. Tzimbar Baip 75
  7. Tantzasto Met Miar 75
  8. Tzimbar Tantze S.V.
  9. Living Fast 80
  10. Maine Liibe Perg 75
  11. Khriighenacht Boarspill S.V.
  12. Khriighenacht 65
  13. Bill Kheeran Dar Balt 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
76

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 31.08.2018. Articolo letto 2140 volte.

 

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