The Red Coil «Himalayan Demons» [2018]

The Red Coil «Himalayan Demons» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
09.09.2018

 

Visualizzazioni:
1771

 

Band:
The Red Coil
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Titolo:
Himalayan Demons

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Marco Marinoni :: voice;
- Luca Colombo :: guitar;
- Daniele Parini :: guitar;
- Gelindo :: bass;
- Bull :: drum;

 

Genere:
Stoner Metal / Sludge / Doom Metal

 

Durata:
43' 14"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
22.06.2018

 

Etichetta:
Argonauta Records
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Distribuzione:
Goodfellas
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Cargo Records
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Bertus
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Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Questo secondo disco dei milanesi The Red Coil, band di stoner sludge metal, intitolato “Himalayan Demons” si presenta nel panorama underground nazionale in maniera abbastanza diretta, senza mezzi termini se si tiene conto della corposità che va a caratterizzare le otto tracce proposte. In effetti sin dal primo ascolto ciò che va a colpire l’ascoltatore è la grinta e la robustezza del sound che mai si lascia andare in dispersioni inutili o in passaggi superficiali puntando tutto sull’obiettivo sorpresa; anche se non eccessivamente fantasioso nella soluzione delle tracce, la band è completamente coinvolta ed è cosciente di ciò che sta facendo senza porsi problemi o quant’altro sapendo che il risultato e lo spessore del lavoro in sostanza c’è e si sente! Non tanto riff ma un insieme di elementi ben coesi tra loro è l’effetto vincente e travolgente di questo lavoro dove sludge e stoner viaggiano a braccetto senza minimamente abbassare l’intensità e la potenza del lavoro; ottimo anche lo scream, mai uniforme, ma vario nella proposta capace di lasciare bene il segno. Sin dalla primissima traccia “Withdrawal Syndrome Wall” è tutto un susseguirsi di potenza e di coerenza in ciò che si sta facendo; nulla di confusionario o ipnotico ma qualcosa di coerente e diretto; la stessa sensazione si ravvisa anche nella prepotente “Godforsaken” caratterizzata da un riff quasi magnetico che stimola una vera e propria inarrestabile macchina da guerra; anche “Oriental Lodge” offre un quadro compositivo particolare, dinamico e moderno nei contenuti; le successive “Opium Smokers Room”, si destreggia più su uno stoner con annessa convinzione del clean e il buon componimento ritmico che fanno la differenza e “The Shroud”, un brano che pare anche contenere venature più punk rendono l’idea che la band non ha affatto voglia di scherzare; quanto a “Moksha”, dall’andatura più moderata ma strisciante come un serpente e “The Eye Of Kathmandù”, un brano con venature appena bluesy di intensità e significativamente protese a dimostrare che questa band sa continuamente sorprendere l’ascoltatore, ci dirigiamo al conclusivo “When The Levee Breaks” un brano quasi da portamento più southern, dimostrano definitivamente il colpo gobbo che questa band ha saputo tendere a chi l’aveva imparata a conoscere con il disco d’esordio “Lam”. Un lavoro ricco di iniziativa e di personalità consigliato a tutti gli amanti del genere.

Track by Track
  1. Withdrawal Syndrome Wall 80
  2. Godforsaken 80
  3. Oriental Lodge 80
  4. Opium Smokers Room 80
  5. The Shroud 80
  6. Moksha 80
  7. The Eyes of Kathmandu 80
  8. When the Levee Breaks 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 09.09.2018. Articolo letto 1771 volte.

 

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