Side Effects «Descending Rabbit Holes» [2018]
Recensione
I croati Side Effects hanno deciso di festeggiare il primo decennio di collaborazione nell'ambito musicale con un disco nuovo di pacca e l'aggiunta di un nuovo bassista, il cui nome non ci è ancora dato sapere. Il sound di questo Descending Rabbit Holes (DRH) è un lavoro nel quale emerge una buona dose tecnica e, paradossalmente, una facilità di ascolto che potrebbe ingannare i più. Vediamo in questi cinquantacinque minuti che cosa possiamo incontrare.
Si inizia con un titolo che ben ci fa intendere la direzione per lo meno lirica: Don't contradict the facts, un pezzo heavy rock con leggeri virtuosismi vocali e giri di chitarra che rafforzano una melodia non troppo complessa, ma decisamente orecchiabile.
Veniamo a In the shadow of a Crumbled Fort: più articolata della precedente, personalmente l'ho trovata accattivante e congeniale all'identità della band.
Scratch the Surface è uno dei brani migliori per la sua orecchiabilità accattivante, equilibrata nella quiete apparente e nella rabbia che emerge al ritornello con i suoi diversi tempi di sviluppo; Colorblind e Don't Turn Away rappresentano una sorta di hard rock leggero e diretto in stile Alterbridge, senza eccessive prove di stile.
Diversion rimarca lo stile un pò americano, sebbene si facciano sentire una tecnica molto elevata nel padroneggiare gli strumenti, c'è molto lavoro dietro questo progetto.
The Siren song è piuttosto semplice con una melodia molto catchy, non la migliore dell'album comunque; Hideout è un pò a sé: diversa dalle altre tracce, si distingue per i toni più calmi e sereni, un arpeggio delicato fa da sfondo a un cantato pulito e piacevole, un buon lavoro.
Obituary of Common Sense e Lint sono piuttosto interessanti, ben ritmate, a tratti mi hanno fatto pensare ai nostri cari Vision Divine di qualche anno fa; Recoil chiude il disco con sonorità più cupe rese maggiormente incisive grazie a dei giri di basso ben inseriti e armonizzati alla chitarra, un leggero coro per un ritornello rock che mi fa ben pensare per i live.
Dunque, i Side Effects hanno fanno un'opera pulita e accessibile a tutti proprio perché lo stile adottato non è chiaramente definibile: potremmo parlare di rock, progressive... In fondo, questo è anche il bello della musica, come sostengo spesso. Altro elemento positivo di questo DRH è legato alla scrittura dei testi che è di un buon livello e non vengono affrontate tematiche in modo superficiale.
Questi ragazzi hanno lavorato sodo e si stanno facendo notare non poco. Vi consiglio vivamente di dare un ascolto e sarete voi a valutare.
Track by Track
- Don't contradict the fact 70
- In the shadow of a Crumbled Fort 70
- Scratch the Surface 70
- Colorblind 70
- Don't Turn Away 70
- Diversion 70
- The Siren song 70
- Hideout 70
- Obituary of Common Sense 70
- Lint 70
- Recoil 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
72Recensione di reira pubblicata il 05.10.2018. Articolo letto 1323 volte.
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