Michael Mado' «My Revelations» [2015]
Michael Mado'
Titolo:
My Revelations
Nazione:
Italia
Formazione:
Unknown
Genere:
Experimental Metal
Durata:
32' 40"
Formato:
CD
Recensione
Va detto: Michael Madò, fautore di questo “My revelations”, tra titoli dei brani casuali, nessuna presentazione, informazioni sulla band nulle e un genere chiamato “Experimental Metal”, ce l’ha messa tutta per farsi odiare tanto giudicando solo l’apparenza. Sembrava davvero che stavo per ascoltare un disco di uno che cercava di fare qualcosa di innovativo, ma che finiva per fare solo qualcosa di banale e innovativo solo nelle intenzioni.
E invece non è così: “My revelations” è un disco strumentale che spazia tra il Djent predominante e molto debitore ai Meshuggah e un certo progressive tra Dream Theater e Pain of Salvation, a cui ogni tanto si staglia un flauto, che dona a tutto l’album un tocco più prog vintage. Certo, tra intro, intermezzi e rumorismi vari ci sono un po’ di tracce inutili, ma il disco dà il suo meglio nell’accoppiata “Fall” e “Giboler Mangelis”, dove le influenze suddette vengono condensate nella miglior maniera, e dove la prima di queste canzoni si fa notare per un certo pathos crescente, mentre nell’altra le influenze prog sono più marcate, e in queste anche “Allsop” riesce a farsi notare in positivo, mentre il resto dei brani pur non essendo male e seguendo la stessa corrente, non riescono a muovere più di tanto quanto già detto da questi brani. Ne sia un esempio “Girondanl”, che comincia bene ma che poi va perdendosi, così come “Bn (Bien)”, che di nuovo comincia bene, ma che termina un po’ fine a sé stessa. Non aiuta l’unica cosa sgradevole di questo full: la presenza insistita di troppo rumore di sottofondo, tra samples, noise e quant’altro, nonché la batteria (o drum machine, non si sa) i cui piatti hanno le code tagliate. Il tutto rovina un po’ il risultato finale, in quanto gli conferisce un sound troppo amatoriale.
In conclusione: “My revelations” è un disco discreto, probabilmente acerbo e dal forte senso di “disco di nicchia”, ma la band (chiunque siano i membri) sembra avere qualcosa da dire. Se lo Djent è il genere che cercate, associato al prog, provate a dare una chance a Michael Madò e al suo (loro?) primo sforzo discografico.
Track by Track
- Hvhahahgrgrt1 Intro S.V.
- Au Aspe' S.V.
- Bn (Bien) 70
- Hvhahahgrgrt2 Intermezzo S.V.
- Fall 75
- Giboler Mangelis 75
- Au muoviti ahah (girondanl intro) Intermezzo S.V.
- Girondanl 70
- Hvhahahgrgrt4 (3 is missing) Intermezzo S.V.
- Ik (Che bella Sodoma) 65
- Tino Legis 65
- Allsop 70
- Odelsh Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Snarl pubblicata il 16.10.2018. Articolo letto 678 volte.
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