Finister «Please, Take Your Time» [2018]
Finister
Titolo:
Please, Take Your Time
Nazione:
Italia
Formazione:
- Elia Rinaldi :: Voice, Guitar
- Orlando Cialli ::
Piano, Rhodes, Synths, Sax, Back Vocals;
- Leonardo Brambilla ::
Electric Bass, Back Vocals;
- Lorenzo Burgio ::
Drums, Electronic Drums;
Genere:
Experimental Rock
Durata:
37' 33"
Formato:
CD
Recensione
E’ da poco in circolazione questo “ Please, Take Your Time” secondo disco dei fiorentini Finister già alla ribalta per l’uscita del loro debutto del 2015 “Suburbs Of Mind”, di cui avevo avuto occasione di occuparmi trovandolo di notevole interesse soprattutto per le dote compositive della band. Ancora oggi, a distanza di tre anni dall’uscita del debutto, non posso fare altro che rinnovarne la capacità maturativa e la presa che questo disco riesce a fare nell’ascoltatore. Il lavoro, tutto incentrato su un rock di matrice sperimentale psichedelico, si ambienta questa volta nel contesto urbano metropolitano delle grandi città, come è anche dimostrato dalla cover foto che ritrae uno spezzone di quotidianità dentro ad una metropolitana tra gli anni ’60 e ‘70 che estrapola l’indifferenza di tutti i passeggerei nei confronti di chicchessia. Il contenuto dei brani, particolarmente intimo e riflessivo rispetto al passato, si incentra su contesti sonori piuttosto moderati rivelandosi di notevole interesse soprattutto per la capacità della band di forgiarne all’interno, particolari elementi di matrice più oscura e sperimentale con inevitabili richiami a contesti rock anni ’70. Difficile in sostanza non rimanere attratti dalla portata di questo disco a cominciare da “Lighter”, in cui si attraversa una dimensione quasi inaspettata, oscura frutto di un rock moderno ma inevitabilmente sperimentale e dinamico; con “A Free Bug” e “I Know That I Can Be With You” si attraversano momenti dai tratti più protesi al sound e all’ambientazione passata grazie anche all’impiego del sax; come non rimanere coinvolti poi nel rock psichedelico di “Pan Tribal” diretto, vivo ed intenso dall’inizio alla fine; sonorità più moderne si hanno invece con “My Deepest Faces” mentre il sax di “Vapor” da via ad un nuovo rock frutto di un qualcosa di radicato al passato capace di scatenare le più diverse emozioni; con “I Can See You” nuovamente sperimentale ma allo stesso tempo moderato al massimo, ai limiti del pop, si giunge a “Skyscrapers” una nuova dimensione dalla quale non si può non rimanere ammagliati. Il disco denota un livello di estrema maturità compositiva della band per un genere particolarmente ricercato come questo.
Track by Track
- Lighter 85
- A Free Bug 85
- I Know That I Can Be With You 85
- Pan Tribal 80
- My Deepest Faces 80
- Vapor 80
- I Can See You 80
- Skyscrapers 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
83Recensione di Wolverine pubblicata il 05.11.2018. Articolo letto 1964 volte.
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