Eternal Rot «Cadaverine» [2018]
Recensione
Il death doom plumbeo è un qualcosa di discretamente gettonato in questi anni ed alcune band tendono alla fattezza abominevole come nel caso del duo anglo-polacco Eternal Rot e il loro "Cadaverine" .
Con i quattro brani che troviamo in questo lavoro entriamo dritti dritti nella tana di un sorta di mostro delle fogne che ci tiene intrappolati dalla testa ai piedi con la sua bava appiccicosa mentre ci divora lentamente iniziando dalle dita; questo è decisamente il tipo di ambientazione creata, gassosa, buia, melmosa, inquietante, forse anche un pò gore.
Il songwriting, nonostante riesca a ricreare la giusta atmosfera di putridità è, in maniera sicuramente del tutto voluta, minimale e ripetitivo; medesimi mood, medesime ritmiche, medesime dinamiche, insomma, medesimi colori che si ripropongono fino all'angoscia per diversi minuti (viaggiamo di media dai 6 agli 8 a brano).
Dal punto di vista tecnico/compositivo non stiamo parlando di nulla che ti fà spiritare gli occhi, piuttosto è un fare bene con poco cercando di cogliere nel segno su quello che si vuole trasmettere e credo che l'esperimento sia riuscito alla grande in quanto l'ep si presenta forte a livello di "personalità" e dà tutt'altro che un senso di incertezza e di poca ispirazione il che è un bene al fine di avere una forte identità che spesso e volentieri viene a mancare tra le band.
La voce è come potrete immaginare da fossa biologica ed è piacevolmente vomitevole e raccapricciante e fa da padrona ai brani; riesce ad avere una forte presenza nonostante la sua durata sia marginale rispetto agli strumentali data la lunghezza dei pezzi ed è fondamentale per l'accentuazione di quel tratto distintivo caratteristico di questa tipologia di sonorità.
Sintetizzando "Cadaverine" è un film dell'orrore di nicchia rivolto ad un target di nicchia che fà onore al genere in quanto capace di preservare quello che è il punto di forza assoluto di quest'ultimo, ovvero quello di riuscire ad evocare ambientazioni come pochi altri generi riescono soffrendo però di una lack di inventiva (voluta o non) dal punto di vista degli arrangiamenti e di una dinamica terribilmente flat. Consigliato ai seguaci del marciume.
Track by Track
- Undying Desolation 65
- In Their Decaying Eyes 65
- Putrid Allucination 65
- Slough Of Despond 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
64Recensione di Fleshrequiem pubblicata il 05.11.2018. Articolo letto 1136 volte.
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