Afraid of Destiny «S.I.G.H.S.» [2019]
Afraid of Destiny
Titolo:
S.I.G.H.S.
Nazione:
Italia
Formazione:
Adimere :: All Instruments
R.F. :: Vocals
Genere:
Atmospheric / Depressive Black Metal
Durata:
44' 37"
Formato:
CD
2019
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Terzo disco per gli Afraid of Destiny, una band Depressive Black Metal in passato non male, ma che per questo disco è riuscita a farsi notare dalla nota Talheim Records, la quale sta puntando abbastanza su di loro, anche per via di un lungo tour già annunciato da ben prima che questo disco uscisse. Ed è meritata questa fiducia? Direi tutto sommato di sì.
“Sighs” non è infatti un disco tipicamente Depressive, e soprattutto suona diverso da “Agony”: questo terzo disco suona molto più rabbioso e amaro, non è neanche troppo lento e neppure molto melodico. Il sound in questo disco diventa infatti un depressive più groovy, dove le composizioni hanno riffs che cercano di mordere e di non abbandonarsi solo all’atmosfera e partiture ritmiche non prive di una certa incisività che acuiscono il groove di cui sopra e che donano ai brani un mood turbato, specialmente per i brani d’apertura, i quali si fanno notare sia per l’ottima apertura verso la fine di “Take me home, death”, che per quanto riguarda l’isteria parossistica finale di “Shells”, sicuramente rappresentanti l’highlight del disco, e non è male anche “Killed by life”, un brano che in 9 minuti mostra di saper cambiare atmosfera, dall’inizio più grezzo all’apertura a metà brano, fino a quella acustica finale.
E qui, incredibilmente, arriva il difetto dell’album: di fatto, oltre a questi brani, non rimane quasi più nient’altro da sentire. Se si esclude infatti una quinta canzone bella e anche più tipicamente depressive, ma comunque strumentale e un po’ avulsa dal resto dell’album, i restanti quattro brani sono in realtà degli intermezzi abbastanza brevi, pittoreschi e fatti bene, ma comunque marginali, che rendono il disco che finisce un po’ troppo presto, dove secondo me un’altra canzone o anche due ci stavano bene, e invece così si finisce un po’ con l’amaro in bocca e nel nulla. Ok che dei quasi 45 minuti di durata quasi non te ne accorgi (buon segno), ma ciò non toglie che resta un feeling un po’ troppo underground del disco e con una scaletta un po’ strana.
In conclusione: i nuovi Forgotten Tomb? No, non ancora. Forse in futuro. “Sighs” degli Afraid of Destiny è senz’altro un album che brilla e che insegna come fare depressive a tanta gente, ed è senz’altro vero che questa caratteristica della scaletta strana dona settorialità all’album rendendolo più affascinante per certi aspetti, eppure c’è un certo feeling che la band non sia al massimo del proprio potenziale, e anzi lo va un po’ sprecando come se non ne fosse ancora consapevole. Che questo lo consideriate carattere o una certa sciattezza, decidete voi. Per ora, le canzoni vere e proprie manifestano una band dal calibro davvero notevole. Voto dato un po' sulla fiducia.
Track by Track
- Timor Mortis - Intro S.V.
- Take me home, death 80
- Shells (Ft. Thomas Major) 85
- Tutto ciò che sento S.V.
- I'm Crying (Tears of Solitude MMXIX) 70
- Cursed and alone S.V.
- Malinconica Venezia S.V.
- Killed by life 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
74Recensione di Snarl pubblicata il 13.02.2019. Articolo letto 1647 volte.
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