Fvzz Popvli «Magna Fvzz» [2018]
Recensione
Ormai proporre musica Psych Rock stile anni 60 o 70 che pare uscita direttamente da Woodstock non è più una stranezza dell’underground, e tanti sono i gruppi che si cimentano con queste sonorità cercando di rispettare la maggior parte di crismi compositivi e di registrazione possibili e immaginabili, ma l’album di debutto dei Romani Fvzz Populi decisamente va oltre, con una registrazione fatta in presa diretta molto probabilmente, suoni ed effetti alla voce più retro che si può, ed un sound che punta tutto al cuore della composizione e non alla resa formale, dove conta che la canzone spacchi e che si senta un minimo, anche se i volumi non sono eccellenti, anche se la voce traballa volutamente in quanto a intonazione, anche a costo di affrontare certe ridondanze stilistiche.
Tuttavia, nonostante questa eccellente adesione allo stile originale, incredibilmente “Magna fvzz” finisce per essere un disco schiavo di questa scelta, e a parte le prime due canzoni, si sente che a livello di qualità compositiva siamo al livello di “revival” e niente più. Se infatti “And let it die” sorprende per la semplicità dei riffs e per il fatto che è un brano che va al sodo, mentre “Napoleon” ci fa rivivere le sensazioni provate la prima volta che sentimmo il primo album dei Black Sabbath, dal terzo brano in poi la band ci propone una serie di brani molto meno riusciti, più incolori e troppo ostinati a seguire lo stesso stile compositivo, senza troppa fantasia e coi ritornelli che non escono più come dovrebbero, finché non si arriva a una lagnosa “Cherry bowl” troppo esagerata e già sentita. Conclude una strumentale di 12 minuti e passa, che per quel che mi riguarda poteva benissimo essere convertita in uno o due brani in più.
Insomma: “Magna Fvzz” del Fuzz Populi ti fa credere davvero sulle prime che questo è uno dei gruppi più convinti a suonare retro mai visto prima, ma non ci vuole molto a vedere che tutto il disco è in realtà solo forma e giusto un po’ di sostanza musicale, dove la poliedricità e l’eccentricità compositiva tipica di quei gruppi passati qui viene a mancare in buona parte. E una volta capito questo trucco, “Magna fvzz” si rivela come l’ennesimo tentativo di suonare come i grandi del passato, proponendo una veste sonora particolarmente credibile, ma poco o nient’altro. In conclusione: certo, i fan dello Psych Rock sono tanti e probabilmente ci sarà anche gente che amerà questo disco (ed è per questo che salvo il disco dalla bocciatura), ma personalmente preferisco i dischi originali, e dopo una “NIB” e una “Black Betty”, questo disco per me lascia molto il tempo che trova.
Track by Track
- And let it die... 75
- Napoleon 80
- The Deal 60
- Get me 60
- Rvmpeltvm 60
- Cherry bowl 50
- Magna Fvzz (feat. Bazu) 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
63Recensione di Snarl pubblicata il 22.02.2019. Articolo letto 1389 volte.
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