Shy Of a Spark «Escape» [2018]
Recensione
Alternative/Punk Rock? No, pop/rock leggero, ripulito e sfortunatamente troppo basilare per i miei concittadini da Pescara Shy of a Spark, i quali puntano molto (loro come la loro label) sul loro primo full length, questo “Escape”, che dura 39 minuti e che è praticamente estraneo alla musica che siamo soliti e specializzati a trattare qui su Metalwave, visto che il massimo di durezza che qui si raggiunge, più o meno, sono cose tipo “Under the Bridge” dei Red Hot Chili Peppers.
Tuttavia, non è la mancata durezza a farmi storcere il naso da quest’album: è la basilarità del songwriting degli SoaS. In pratica, qui troviamo una chitarra che molto spesso usa un gain che sta a molto meno della metà, e sui cui brani si staglia nella forma di pochi riffs e tanti accordi, per una base musicale certamente molto soft ma anche impersonale e generica, su cui la voce della pur brava Cristina canta mentre i musicisti accompagnano perlopiù senza idee rilevanti, o comunque lontane dall’essere qualsiasi forma di rock duro. E quando ci si prova i risultati sono sinceramente non abbastanza, tipo l’assolo di chitarra di “Off the record” che dura circa 20 miseri secondi, o “Vegetarian Butcher” e “Do not argue”, molto nella media. Non aiuta una qualità sonora altrettanto troppo morbida e pop, che sacrifica praticamente qualsiasi forma di impatto a favore della voce; per farci capire, devi impegnarti all’ascolto per capire che in “Broken” c’è anche una doppia cassa che fa il suo lavoro.
Più o meno, questo è tutto “Escape”. Non è un disco fatto male, ma è incolore, estremamente standard e lontano dal rock adrenalinico che ci piace ascoltare, ma anche come rock leggero qui siamo a una forma embrionale. “Escape” in poche parole, mi spiace dirlo, ma è un disco che non ha mercato, se non tra amici e parenti della band. Rispetto la voglia della band di suonare e di avere una possibilità, ma non rispetto la mancata lungimiranza della loro label, la Joe Black Productions, che immette sul mercato dischi come questo, non competitivi, mandando quattro poveri ragazzi e un full length al massacro. Chiedo scusa per la franchezza, ma meglio essere duri ma onesti che dare sufficienze di circostanza non sentite dal cuore, almeno secondo me. E ora scusate, ma sento il bisogno di andare a risentirmi “Kickstart my heart” dei Motley Crue.
Track by Track
- Off the record 55
- The gardener of Eden 55
- Broken 50
- Vegetarian butcher (Live in studio) 55
- False pretences 55
- Krypton 60
- Do not argue 55
- Walk alone (Remix) 55
- Anubis 55
- Last verses 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 40
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
55Recensione di Snarl pubblicata il 22.02.2019. Articolo letto 1835 volte.
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