Run Chicken Run «Don't Forget the Wine» [2018]

Run Chicken Run ĞDon't Forget The Wineğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.03.2019

 

Visualizzazioni:
1562

 

Band:
Run Chicken Run
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Titolo:
Don't Forget the Wine

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Michele Montesi :: Guitars, Vocals
Leonardo Piccioni :: Guitars
Paolo Scarabotti :: Bass
Mirko Santacroce :: Drums

 

Genere:
Hard Rock

 

Durata:
38' 25"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
12.10.2018

 

Etichetta:
Volcano Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Volcano Promotion
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Alpha Omega Management
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Recensione

I Run Chicken Run arrivano al loro secondo disco con questo “Don’t forget the wine”, che consiste in un disco onesto di rock n roll chiaramente influenzato dagli AC/DC, Motorhead e qualche cosa dei Danzig qua e là. Non si tratta di un evidente disco in quello stile, quanto piuttosto di una band che, schiava di queste influenze, non chiede altro che di divertirsi e di far divertire per tutti e 38 i propri minuti di durata.
Detto questo, “Don’t forget the wine” è un disco che va benino ma non è niente di che nella prima metà, con una “Rust from space” solo discreta e un paio di brani francamente incolori come “Your girl” e “Sun”, e quando la band va bene, come in “Louder on you” o “My heart is a stone” appare chiaro che la band suona bene, ma non riesce a non subire l’influenza delle proprie muse, che si fa sentire ingombrante. Detto questo, da “Black shadow” in poi le cose migliorano un po’. A dire il vero la band resta sempre qualcosa di non molto originale, ma almeno il livello di adrenalina sale, con “Black shadow” che, appunto, riesce a fornirci un bel brano convinto e tagliente in stile Aussie rock, mentre “Boredom Killers” sforna la propria facciata più grezza e diretta, per poi concludere con un Rock n Roll anthem cantabile e divertente di “Blackout”, canzone conclusiva.
Ne risulta, come detto, un disco che non può e non vuole rivoluzionare niente: vuole solo divertire e essere divertente, e ci riesce. Certo, ci sono bands più originali o che, al contrario, sono cloni molto ben riusciti di qualche grande classico del passato e questa mancanza di luce propria si sente, ma detto questo “Don’t forget the wine” resta comunque un disco che svolge il suo lavoro abbastanza bene e in maniera convincente. Per un pubblico rock fan dei gruppi suddetti e senza troppe pretese.

Track by Track
  1. Rust from space 65
  2. Your girl 60
  3. Louder on you 65
  4. Sun 60
  5. My heart is a stone 65
  6. Black shadow 70
  7. Good brewer 65
  8. Boredom killers 70
  9. Real man 60
  10. Blackout 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.03.2019. Articolo letto 1562 volte.

 

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