The Blank Canvas «Vantablack» [2018]

The Blank Canvas «Vantablack» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
25.03.2019

 

Visualizzazioni:
1386

 

Band:
The Blank Canvas
[MetalWave] Invia una email a The Blank Canvas [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di The Blank Canvas [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di The Blank Canvas

 

Titolo:
Vantablack

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessio Dufur :: Vocals
Maurizio Tuci :: Guitars, Synth, fx
Marco Filippi :: Bass, Synth, fx
VAnni Anguillesi :: Drums

 

Genere:
Electro / Progressive Rock / Alternative / Darkwave

 

Durata:
41' 27"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.12.2018

 

Etichetta:
Drown Within Records
[MetalWave] Invia una email a Drown Within Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Drown Within Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Drown Within Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Drown Within Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ed eccolo il disco che non ti aspetti, il debut album di questo gruppo di gente da Pistoia che ti stupisce per la VERA (scritto volontariamente in caps lock) sperimentazione musicale, che parte da un substrato Post Metal e che arriva chissà dove in questi 41 minuti e mezzo di musica, visto che qui si toccano sia canovacci compositivi dello stoner, che parti chiaramente darkwave, passando inoltre per parti decisamente più in your face e con tanto di assolo, come succede nella bella “Ride the flow”.
Infatti, in mezzo a tanti dischi che puzzano di jam session aggiustata, di ritoccato al pro tools o di rincorrersi di pedali, “Vantablack” è un album dei The Blank Canvas che prende l’ascoltatore e lo porta davvero in un viaggio cosmico dove i limiti delle etichette musicali vengono contraddetti con sorprendente nonchalance, a volte con la coralità della title track, altre volte con una linea vocali easy listening ma ipnotica come nella quarta canzone, altre volte dove l’astratto musicale contorto risulta comunque irresistibile, come in “Time is a lie”, e tutto questo senza rinunciare a partiture sghembe ritmicamente o a tentazioni elettroniche come nella migliore di tutte “The deepest fault”, con tutto questo circus che viene chiuso da “Black sun poetry”, un brano schizoide ma anche desertico, e che conclude il primo lavoro dei The Black Canvas a pieni voti, e poco importa se il settimo brano strumentale plagia abbastanza platealmente una linea di basso dai Pink Floyd. Il risultato c’è tutto e “Vantablack” riesce a stupirmi all’interno di un genere musicale come questo dove la finta sperimentazione musicale sforna dischi spesso accomodanti e poco in grado di elettrizzarti. I The Blank Canvas questi wannabe li scansano a spintoni e li mettono da parte. Per gli amanti della contaminazione sonora e della musica poco catalogabile.

Track by Track
  1. Ten knives 80
  2. Vantablack 80
  3. Time is a lie 85
  4. Obsession is my passion 80
  5. Ride the flow 85
  6. The deepest fault 85
  7. Saha world 60
  8. Cover the grudge 75
  9. Black sun poetry 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
79

 

Recensione di Snarl pubblicata il 25.03.2019. Articolo letto 1386 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.