Self Disgrace «Partner in Crime» [2018]

Self Disgrace «Partner In Crime» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
05.05.2019

 

Visualizzazioni:
1508

 

Band:
Self Disgrace
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Titolo:
Partner in Crime

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Isa Brutal :: Guitars, Vocals
Remo Monforte :: Drums
Overteo Businaro :: Bass
Dielle Green :: Vocals

 

Genere:
Thrash / Death Metal

 

Durata:
27' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
10.12.2018

 

Etichetta:
Masd Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Si può rovinare la riuscita del proprio secondo album (questo “Partners in crime”) tramite la scelta infelice di una nuova cantante? Purtroppo sì, ed è questo il caso dei death/thrashers Self Disgrace da Monza Brianza, il cui album qui analizzato è in realtà una ristampa da parte della MASD Records.
Nulla di personale contro la cantante milanese Dielle Green, ma purtroppo per tutto il disco la nota dolente è lei, con una voce costantemente troppo soft e pulita e mediocre quando deve suonare più rabbiosa (raramente), e che purtroppo riesce ad appiattire ottima parte dei brani di “Partners in crime” a livello di note prese e di metriche, col risultato che le pur buone prime due canzoni risultano per questo motivo zavorrate, e rovinando particolarmente “Rotten revenge”. A questo si aggiunga purtroppo una scelta di volumi discutibile, che mette in risalto voce e batteria oscurando il pur buon lavoro della chitarrista Isa Fronzoni, e il quadro è compromesso. Tuttavia, anche la band non si esime dall’avere qualche pecca, visto che “Partners in crime” a volte funziona e altre volte no, con brani come le prime due e la quarta che musicalmente riescono a convincerci, mentre “Throw it out” suona fiacca e con un chorus bruttino, “Increasing erection” è molto incolore e “Rotten Revenge”, già danneggiata dalla voce, finisce per suonare molto già sentita. Solo l’ultimo brano, “Forest of fear”, ci convince di più per qualche influenza speed, e si sente più affiatamento tra la band e la cantante, ma il tutto avviene solo alla fine e dopo alcune battute a vuoto di un disco comunque non lungo, col risultato che la band arriva alla fine dell’album con un po’ di fiatone.
Insomma: non malaccio, ma sinceramente “Partners in crime” per me non è niente di che. Certo, musicalmente a volte funziona, ma sono anche troppi i momenti in cui non è così, e comunque è costantemente danneggiato da una cantante scarsamente fantasiosa e qui non certo al top dell’affiatamento, nonché da una qualità sonora che nasconde la chitarra, strumento che invece per me dovrebbe essere la vera primadonna qui. Davvero: niente di personale contro la band, ma in giro c’è molto di meglio in questo genere.

Track by Track
  1. Sinners' Island 65
  2. Partner in crime 65
  3. Throw it out 50
  4. Schizophrenia 65
  5. Rotten revenge 50
  6. Increasing erection 50
  7. Forest of fear 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
59

 

Recensione di Snarl pubblicata il 05.05.2019. Articolo letto 1508 volte.

 

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