Cripple Bastards «La Fine Cresce Da Dentro» [2018]

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Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
16.05.2019

 

Visualizzazioni:
1711

 

Band:
Cripple Bastards
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Titolo:
La Fine Cresce Da Dentro

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Giulio the Bastard :: Vocals
Schintu the Wretched :: Bass
Der Kommissar :: Guitars
Raphael Saini :: Drums

 

Genere:
Noisecore / Grindcore

 

Durata:
29' 3"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
09.11.2018

 

Etichetta:
Relapse Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Anubi Press
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Recensione

Una cosa è certa: arrivati al loro settimo album, i Cripple Bastards non devono certo dimostrare niente a nessuno. Potrebbero vivere di rendita e/o di controversie che tanto piacciono all’italiano medio, e invece continuano a battere chiodo con questo “La fine viene da dentro”, con il loro Grindcore tipico, arricchito da parti lente che massimizzano quelle veloci, nonché da maggiori influenze metal nei riffs di chitarra, influenze queste che erano già affiorate in passato, e che qui vengono allo scoperto, rendendo la prima parte dell’album capace tranquillamente di pestare alla cieca, passando per le atmosfere più malsane di “Chiusura forzata”, che si alternano a parti lente e con pathos ad altre spedite, accentuando l’amarezza del brano.
La seconda parte dell’album, direi da “Dove entra il coltello”, si rivela invece essere una parte leggermente più ragionata (ho detto leggermente), dove ad assalti come “Nervi in guerra” si alternano brani tumultuosi e che crescono poco a poco come “Crimine contro l’immagine” e “Narcolessia emotiva”, fino a sfociare nella pura furia di “Decesso per cause sconosciute”; a mio avviso il brano migliore di tutti e che riprende un tangibile nervosismo compositivo isterico già visto in passato in albums come “Variante alla morte”.
Ne consegue da tutto questo un album che conferma ancora di più ciò che i Cripple Bastards sanno fare. “La fine cresce da dentro” non è un disco che soddisfa il bisogno di avere qualcosa di nuovo dai Cripple Bastards e basta: è la dimostrazione che questi ragazzi (si fa per dire, vista l’età e la longevità) sanno ancora comandare in questo genere e farlo con una propria personalità ormai ben consolidata, così come lo è la propria fanbase. Non male, se si considera che il grindcore sta diventando sempre più il genere fatto da chi spara rutti e cazzate su una drum machine, mentre l’hardcore da genere con messaggio sociale è diventato una cosa che fanno tutti, e con messaggi a volte scritti male e cantati ben peggio.

Track by Track
  1. Suicidio Assistito 75
  2. Non coinvolto 75
  3. La memoria del dolore 80
  4. Passi nel vuoto 85
  5. Ombra nell'ombra 85
  6. Due metà in un errore 80
  7. Chiusura forzata 85
  8. Dove entra il coltello 75
  9. Crimine contro l'immagine 85
  10. Narcolessia emotiva 85
  11. Nervi in guerra 80
  12. Sguardo neutro 80
  13. Interrato vivo 75
  14. Equilibrio ansiogeno 75
  15. Quali sentieri 75
  16. Decessi per cause sconosciute 90
  17. Recidive 80
  18. Crociati del mare interno 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 95
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Snarl pubblicata il 16.05.2019. Articolo letto 1711 volte.

 

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