Hellnite «Midnight Terrors» [2019]
Recensione
Un vero e proprio spreco di potenziale, ecco cos’è il primo full di debutto degli Hellnite, una band nata a Città del Messico e spostatasi poi a Edmonton, Canada, e le cui informazioni sulla line up non sono chiare, visto che sul loro metal archives è riportata una line up, sulla loro pagina facebook un’altra e su internet spesso sono riportati come una one man band (cosa che non credo: quella non mi sembra una drum machine).
Si parlava di spreco di potenziale, e in effetti “Midnight terrors” è un buon esempio di come le buone idee che ammantano questo disco non bastano a rendere il disco grande in ambito Thrash Metal: occorre rifinire i dettagli, lavorare i brani e non peccare di entusiasmo, sorvolando su idee banali che ogni tanto possono venire. Questo è “Midnight terrors”: un alternarsi di luci e ombre, di istintivo contro raffazzonato che ti lascia perplesso, dove un certo mood globale di “Phantom force” va a cozzare con uno stacco di 4’20” che suona troppo come “Spirit Crusher” dei Death, dove “Beasts from the deep” suona vivace e avvincente, ma non riesce a proporre un ritornello all’altezza così come in “The Necromancer”, e dove “Stage on fire” comincia bella, speed metal e decisa, ma non si riesce a dare una continuità a quell’inizio così potente, e tutto questo sorvolando su una trascurabile “Darker than black”, che sembra vivacchiare all’ombra di certe strumentali dei Metallica. Solo la tile track conclusiva riesce a filare liscia, ma neanche questo brano riesce a battere l’altro difetto che ammanta quest’album: una prestazione vocale molto nella media e normalissima, dove il cantante sembra cantare a bassa voce o a tono normale, dando all’album uno spiacevole senso di “domestico” e di “fatto alla buona”.
Questo è il primo disco degli Hellnite: ha delle ottime premesse e alcune buone idee, ma suona immaturo e quasi fatto senza averlo risentito, tipo dei Coroner che cercano di comporre con la testa da un’altra parte. Non boccio quest’album per gli spunti positivi e il potenziale mostrato, ma ammetto che la tentazione c’è stata: pubblicare albums così è a malapena giustificabile decenni fa, figuriamoci ora. E per di più anche sotto label!
Track by Track
- Projection Intro S.V.
- Phantom Force 60
- Spirits prevail 65
- Beasts from the deep 60
- Thrash of the living dead 65
- Darker than black 55
- Stage on fire 55
- The necromancer 60
- Midnight terrors 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
60Recensione di Snarl pubblicata il 17.06.2019. Articolo letto 669 volte.
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