Signs Of Human Race «Inner Struggle Of Self-Acceptance» [2019]
Signs Of Human Race
Titolo:
Inner Struggle Of Self-Acceptance
Nazione:
Italia
Formazione:
Remek James Robertson :: Vocals, Keyboards
Diego Lorenzi :: Guitars
Alessandro Ducroz :: Guitars
Davide Brighenti :: Bass
Samuele Leonard Sereno :: Drums
Genere:
Progressive / Avant-Garde Metal
Durata:
42' 56"
Formato:
CD
Recensione
Promettente disco di debutto per i Bresciani Signs of Human Race, che con questo “Inner struggle of Self-Acceptance” ci propongono 43 minuti di una musica che sta al crocevia tra Progressive (influenza principale), parti più Death Metal e altre decisamente più leggere e psichedeliche.
Detta così ci verrebbe da pensare agli Opeth, ma in realtà la linea vocale di “Dreaming reality” iniziale ci fa pensare a delle atmosfere più terse e sullo stile dei Porcupine Tree, che poi evolvono verso un solismo molto Pink Floyd nella seconda parte della canzone, e questo è il sound in cui i SoHR danno il loro meglio, risultando efficaci e in grado di trasmettere emozioni con la necessaria profondità. Meno bene invece è quando i nostri vanno a suonare più death metal perché suonano molto meno personali e fuori bilanciamento, con accelerazioni mica tanto necessarie come nel secondo brano, e con momenti dove questa influenza musicale è meno connessa con le altre due principali. Ne sia un esempio il terzo brano, che comincia calcando troppo la mano sul death metal finendo perfino sullo slam a volte, e per questo andandosi a distanziare troppo dal resto di ciò che i SoHR suonano. Forse anche per questo, i brani migliori di “Inner...” sono dati dalle conclusive “Of love and misgiving” (la più prog di tutte e con una bella chitarra solista), nonché la canzone in chiusura, ovvero 12 minuti e passa di musica che consistono in una vera e propria summa compositiva di questo album, che alterna momenti ombrosi e pesanti alternati ad altri più tersi e meno sopra le righe.
In conclusione: nonostante qualche influenza death non molto rilevante, “Inner struggles of self – acceptance” è comunque un debut album interessante e che sa come farsi valere, consigliato a chi cerca un album prog con influenze metal estremo. Specialmente sulla scia di Opeth e Porcupine Tree.
Track by Track
- Dreaming Reality 75
- Above the languages of life 70
- Journey into self-reflection 65
- Of love and misgiving 80
- Choking in hopeless agony 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
73Recensione di Snarl pubblicata il 30.06.2019. Articolo letto 1277 volte.
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