S91 «Along The Sacred Path» [2019]

S91 «Along The Sacred Path» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Skywalker »

 

Recensione Pubblicata il:
13.07.2019

 

Visualizzazioni:
1875

 

Band:
S91
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Titolo:
Along The Sacred Path

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Maria “Marì” Londino: Lead Vocals
Francesco “Franz” Romeggini: Guitars, Lead/Backing Vocals
Giacomo “Jack” Manfredi: Bass
Francesco “Frank” Londino: Keyboards
Giacomo “Giachi” Mezzetti: Drums and Percussions, Lead/Backing Vocals

 

Genere:
Christian Power Prog Metal

 

Durata:
53' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
22.03.2019

 

Etichetta:
Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Asher Media Relations
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Recensione

Secondo full lenght della band christian power prog S91, “Along The Sacred Path” prosegue il concept già iniziato nell’album precedente circa la storia dell’umanità e del suo legame con la religione cristiana. Ho reputato molto accattivante intitolare ogni traccia con il nome di un personaggio storico più o meno controverso, fattore che alimenta la curiosità di sapere cosa ha da dirci attraverso il messaggio del gruppo. L’artwork elegante conferma le ambizioni degli S91 e contribuisce ad anticipare anche visivamente quello che troveremo nell’album.
Prima di descrivervi croci e delizie di questo lavoro ci tengo a sottolineare il grande lavoro nella produzione artistica di Francesco Romeggini (il chitarrista) e nel mastering realizzato da Marco Ribecai (Studi Magnitudo).
“Constantine The Great” apre le danze con un giro di basso prog su cui si stagliano successivamente le ritmiche di batteria e chitarra, mentre effetti atmosferici di synth svelano un bel riff groovettoso che sostiene le strofe.
Il ritornello, uno dei migliori del disco, ha inoltre il merito di mettere una pezza proprio sulle strofe.
Non parlo di timbrica o di stile, ma quell’incrocio tra gibberish, parlato, recitato messo lì ha rischiato di non farmi arrivare all’ottima esplosione melodica del chorus, a cui tra l’altro segue poi uno splendido riff prog dove salgono in cattedra chitarra e tastiere. Splendidi anche fill e stacchi di batteria. Comunque un gran pezzo, struttura semplice e grande coinvolgimento.
Saint Patrick prosegue alla grande il cammino dei nostri, lead voice femminile nelle strofe e un bel flanger a rendere meno monotono un riff che viene ripetuto un po’ troppo simile.
Anche qui un ritornello davvero ben realizzato, con la voce maschile che in questa occasione mi ha ricordato Billy Corgan degli Smashing Pumpkins (ed è un complimentone) a duettare con quella principale. Anche le parti urlate sono gradevoli e ben amalgamate. La cavalcata finale prog è un orpello che comunque convince. Prima di un ultimo colpo di ritornello gospel-Nightwish.
“Pope Gregory I” sorprende per la sua delicatezza e la cura per ogni più piccolo dettaglio, inizia quasi sussurrata per poi procedere con il pathos di un’opera da musical.
Le ritmiche prog introducono Olaf II Haraldsson in un amalgama ben riuscito tra i Lacuna Coil e i Van Der Graaf Generator… anche se il ritorno di quelle parti vocali sincopate sottolinea come facciano parte della formula proposta dal gruppo. Non per questo risultano meno fuori luogo ma per fortuna il ritornello, il livello tecnico e il mood generale del pezzo costituiscono un pregevole solvente in cui diluirle. Splendida la chiusura corale, in una tra gli highlights dell’album.
Il disco prosegue così tra una cavalcata power che sarebbe stata perfetta come colonna sonora di un Castlevania (Godfrey of Bouillon), una ballad medieval-prog molto A perfect circle (Joan of Arc), un altro brano molto teatrale interpretato magistralmente e impreziosito da un bridge spettacolare (Martin Luther), una – in questo punto del disco soprattutto – anonima e ridondante John Williams che ha il difetto di riproporre ancora le parti vocali sgraziate che penalizzavano il primo e il quarto pezzo.
Cioè la quintessenza di tutto quello che non va in Oceanborn dei Nightwish.
A Dietrich Bonhoeffer il compito perfettamente eseguito di chiudere l’album: inizia e finisce con l’organo, centrata da uno sfoggio corale di tutti i musicisti in crescendo.
Che dire, gli S91 hanno il pregio di dare alla loro musica una impronta dalla grande personalità.
Mi spiego meglio. In questo album c’è molto di più dei riferimenti che a un primo ascolto rimandano a Nightwish e Lacuna Coil: ci sono elementi prog e metal più classico miscelati sapientemente da un ottimo songwriting, incoronato da una prestazione vocale che stupisce oltre che per tecnica anche per l’interpretazione dall’inizio alla fine.
Per questo le piccole sbavature “concettuali” hanno un’eco maggiore data la cura che contraddistingue quest’opera ricercata.
Mi permetto solo di auspicare una maggiore capacità di sintesi e una ridotta leziosità nel portare avanti i pezzi fino all’ultimo ritornello, ma anche da questo si percepisce la voglia di arricchire i brani di ogni particolarità.
In ogni caso, ottimo lavoro.

Track by Track
  1. Constantine the Great 85
  2. Saint Patrick 80
  3. Pope Gregory I 90
  4. Olaf II Haraldsson 80
  5. Godfrey of Bouillon 80
  6. Joan of Arc 75
  7. Martin Luther 80
  8. John Williams 70
  9. Dietrich Bonhoeffer 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Skywalker pubblicata il 13.07.2019. Articolo letto 1875 volte.

 

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