Hunternaut «Inhale» [2019]
Recensione
Disco di debutto discreto per gli Hunternaut da Brescia, che ci propongono una quarantina di minuti di Post Grunge in questo “Inhale”, per un risultato incoraggiante ma anche altalenante. Il motivo di questa parziale riuscita è infatti da attribuirsi al fatto che la band non suona male, ma ancora immatura.
Infatti, “Inhale” suona come una band che va a due velocità, la prima delle quali è quella più tipicamente rock, dove effettivamente la band usa alcuni stilemi del grunge, ma il sound è e resta qualcosa di prevalentemente rock, dove dei riff troppo semplici e una vena melodica sempre presente e non polverosa come vorremmo rende gli Hunternaut abbastanza lontani dal grunge. C’è anche da dire che spesse volte è anche la musica stessa che va bene ma non suona affatto grunge, suonando spesso con arrangiamenti un po’ sovrabbondanti e privi di quel sound scarno tipico del genere di Seattle, finendo invece addirittura su sounds più tipicamente rock/metal, addirittura. Questo è un po’ il difetto dei brani più rockeggianti, con una “Oxidize” buona ma (come detto prima) tutto sommato non grunge e una “Inside me” non male che suona un po’ come la stessa cosa di “Backbone”.
La situazione non è dunque dei migliori, ma va detto che abbastanza inaspettatamente gli Hunternaut” funzionano molto meglio quando suonano meno distorti, più atmosferici e Post Grunge, come in “Soap bubbles”, dove il sound diventa molto più comunicativo e a fuoco, o come nella title track che pur essendo un po’ troppo lunga rende comunque alla grande quando il suono si fa desertico epolveroso come piace a noi. E a conclusione di tutto, finalmente gli Hunternaut riescono a regalarci anche un buon brano Grunge elettrico nella conclusiva “I’ll be there”. Qui infatti i nostri usano riffs più personali, aumentano il tiro, diminuiscono la durata del brano e centrano bene l’obiettivo, sciogliendosi un po’ le articolazioni.
Insomma: luci e ombre, luoghi comuni e intuizioni più personali, ma gli Hunternaut eccellono in qualcosa quando si concentrano a fare qualcosa di più proprio e meno in ossequio dei propri idoli. “Inhale” è il primo disco, e qualche difetto di gioventù ci può stare, il che spiega il voto attribuito. Nel frattempo, chi segue il Post Grunge potrebbe essere interessato a questa band di ragazzi bresciani.
Track by Track
- Oxidize 65
- Inside me 65
- Backbone 65
- Soap bubbles 70
- Hundreds of scars 60
- Inhale 70
- Out there 65
- I'll be there 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
65Recensione di Snarl pubblicata il 30.07.2019. Articolo letto 1759 volte.
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